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Quando si parla di progressive rock, non si può non citare la nostra tanto amata e bella Italia, terra come sempre piena di problemi politici, economici, lavorativi e tutto quello che ne consegue, ma con un fascino irresistibile e un passato importante all’interno dell’arte e della cultura mondiale. Con La Bottega Del Tempo A Vapore si parla di Arte contemporanea musicale, si perché dietro questo progetto si nasconde un grandioso lavoro di elegante e roccioso progressive rock, di stampo manco a dirlo, italiano. Disco che si basa su sette canzoni, compresa l’iniziale Flashback, che è un’introduzione tra l’altro molto atmosferica, anche se la sua durata è di appena due minuti. Il primo vero assaggio di quest'ambizioso disco è Goccia Di Tenebra, brano composto da chitarre alquanto compresse e dure, ma proiettate su un certo tipo di progressive rock confinante con il metal classico, dal sapore tipicamente settanti ano, nonostante la durezza del suono riportato da tutta la band. Ottima prova di Angelo Santo alla voce, che con il cantato in lingua madre rende il tutto molto più intimo e intrigante. Stupendo l’inizio con il pianoforte della successiva Urla E Perdonami, dove si ha che fare con una canzone trascinante e con delle cavalcate degne delle migliori heavy band. All’interno dell’album non troviamo solamente il classico prog rock di matrice italiana, ma dentro c’è tanta roba, molti i dettagli da estrapolare ascolto dopo ascolto, proprio come succede in Tempo Inverso PT Il Viaggio, dove in poco più di cinque minuti riescono ancora a infondere delle particolari e vibranti emozioni. Più rilassata se vogliamo Tempo Inverso PT 2 La Lettera, con delle ricche parti solistiche di chitarra davvero eccezionali. A seguire troviamo una lunga suite di venticinque minuti, dove la band inserisce tutte le proprie qualità e la voglia di fare musica come si deve, non rendendo mai noiosa la traccia, facendo passare quasi mezz’ora in un vortice a tratti turbolento e maledettamente convincente. Va a chiudere la solare Mestieri, brano che in parte li riporta a un canonico rock contaminato dal prog, che tanto ricorda le vecchie band anni ’70, dai New Trolls passando anche attraverso i Nomadi. Ottimo lavoro, per una band da tenere sotto osservazione, perché capace di regalare tanti positivi brividi, che nei giorni nostri difficilmente si riesce ad ottenere.
Voto: 9/10
Sandro Lo Castro