Sneakout |
I Poisonheart sono una band proveniente dalla zona del bresciano, formatasi nella seconda metà degli anni 2000. Da allora sono cambiati dei componenti all’interno della formazione, ma la band è riuscita a vivere anche grazie alla caparbietà si Fabio Perini (chitarra e voce) ,che rimasto solo della prima incarnazione della band, si è unito successivamente a Giuseppe Bertoli (basso) e dopo qualche altro stop , ripartono con dei nuovi compagni: Andrea Gusmeri (chitarra) e Francesco Verrone (batteria). Finalmente a ottobre 2017 esce il loro primo lavoro, dal titolo: Till The Morning Light, disco che li vede alle prese con un ottimo hard rock che vira ogni tanto sul glam rock di stampo americano. Lo stile ricalca quello delle band a stelle strisce anni ’80/’90, con dei brani accattivanti e con un tiro che ben si adatta al passaggio radiofonico. Questo lo si percepisce fin da subito, non appena escono le prime note dagli altoparlanti del primo brano (You Make Me) Rock Hard, che manco a dirlo ricorda molto i Poison, dando anche degli strascichi dei Kiss. Ottimo inizio, pieno di energia e orecchiabilità. Cosa che accade anche con la successiva e più metallizzata Flames & Fire, canzone che si rivelerà poi, una delle migliori dell’album in questione, anche per via dell’interessante e catchy ritornello, che rimane parecchio tempo in mente dopo l’ascolto. La produzione è di pregevole fattura, assicurando un perfetto equilibrio tra suoni e voce, distinguendo in modo eccellente il tutto. Dando così una piena visione della musica dei Poisonheart. Compatta e in un certo senso epica la terza Anymore, dove la band fa ancora un grande lavoro con i propri strumenti, dove regna la voce rauca e ottima di Fabio. Generalmente i tempi non sono mai esasperati, ma sono piuttosto calmi e rilassanti, senza perdere comunque in energia, che in questa prima fatica discografica, ne troverete tanta. Irresistibilmente ritmata, è Lovehouse, parecchio divertente, andando a confermare la solidità delle composizioni di Till The Morning Light. In definitiva troviamo dieci brani per poco più di quaranta minuti, dove non mancano certamente le tracce che faranno la felicità di tutti i rocchettari che ci sono in giro, questo grazie a una band che senza portare nulla di nuovo, riesce a esaltare comunque l’ascoltatore, questo perché i Poisonheart credono in quello che fanno, tra l’altro molto bene.
Voto: 7,5/10
Sandro Lo Castro