DIMMU BORGIR - Eonian

Nuclear Blast
I norvegesi Dimmu Borgir in questi mesi sono una delle band più chiacchierate del pianeta, questo perché da sempre suscitano pareri estremamente diversi tra fan e addetti ai lavori. Dopo ben sette anni rompono il silenzio discografico, pubblicando il loro decimo album in studio, intitolato Eonian. Un lavoro che farà discutere sia in bene sia in male, come sempre del resto capita a questa particolare realtà norvegese, nota ormai da anni in tutto il mondo, avendo raggiunto un successo planetario che probabilmente mai verrà surclassato da altre band del genere. Tutto questo accade per diversi fattori tra cui la qualità alta delle composizioni, l’attitudine alla ribellione, il coraggio di osare stravolgere, ma non troppo, la loro proposta musicale, la carica fascinosa, oscura e attraente che riescono a emanare. A nostro modesto parere, i Dimmu Borgir sono una delle rare band che non hanno mai e poi mai rilasciato un lavoro uguale o simile all’altro, pur mantenendo il proprio trademark riconoscibilissimo sempre e comunque. Andando a parlare del nuovo arrivato, Eonian, possiamo affermare ancora una volta tutto quello che di buono abbiamo appena scritto. Partendo dall’iniziale The Unveiling si nota subito che loro sono tornati in piena e ottima forma, con un brano eccezionale per impostazione sonora, produzione e perfettamente in Dimmu Borgir style. Traccia che racchiude un po’ tutto quello che hanno attraversato disco graficamente i norvegesi, pieno di rabbia, malignità oscura e classe vellutata, ricamata da dei cori assolutamente accattivanti e in linea con quella che è la proiezione attuale della band. Le menti che attuano il tutto sono sempre Shagrath, Silenoz e Galder da anni ormai, formando un tutt’uno sul sound della formazione. Con Interdimensinal Summit, primo singolo dell’album, mettono a segno un altro colpo da novanta, andando a creare una traccia accattivante, con un irresistibile corus e un groove da paura, allargando ancora di più il raggio d’azione della loro musica, perché siamo sicuri che riuscirà a insinuarsi all’interno delle rispettive menti.

Pane per i denti dei molti detrattori, che con invidia diranno che questo brano è troppo commerciale. Per noi sono riusciti a coniugare il black metal con il sound classico dell’heavy metal, con una classe che solo a loro compete. Aetheric, altro sigillo degno di nota, con un sound in linea con alcune vecchie produzioni della loro discografia. Avevano ragione quando in alcune interviste dicevano che avrebbero pubblicato una summa di tutto quello che avevano fatto fino ad oggi. Un brano che merita una menzione particolare è sicuramente Council Of Wolves And Snakes, secondo singolo accompagnato dal secondo videoclip ufficiale. Questo brano li vede in alcune parti in una veste quasi tribale, per via di alcuni suoni che richiamano quel tipo di sound. Il risultato? Assolutamente geniale e intrigante, una vera e sorprendente traccia, con tanti spunti che oltre a quelli tipicamente black, vedono nelle melodie, il suo punto di forza. The Empyrean Phoenix ricorda in parte i fasti grandiosi di Enthrone Darkness Triumphant, altra grande traccia. Ogni brano meriterebbe una particolare e attenta descrizione, ma per non annoiare chi legge, rimandiamo semplicemente all’ascolto attento di un disco di assoluto valore con brani, oltre a quelli già citati, che rispecchiano ciò che sono al giorno d’oggi i Dimmu Borgir, ovvero una realtà unica all’interno della scena musicale internazionale, uscendo definitivamente da quelli che sono i classici stilemi metal, e noi siamo più che contenti di questo. L’arte quella vera e pura è sapere osare, senza avere delle riserve verso niente e nessuno, i Dimmu Borgir lo sanno molto bene. Si può sentire nelle varie Lightbringer, Archaic Correspondence con dei tempi tipicamente brutali e black, passando alle finali Alpha Aeon Omega e Rite Of Passage, quest’ultima risulta essere spettacolare nell’quasi struggente melodia. Grandi senza alcuna misura, un ritorno spettacolare e degno del nome che portano. 

Voto: 10/10

Sandro Lo Castro

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