Universalia |
Qualcuno di voi conosce David Bowie? no, non ho bevuto, almeno, non troppo; però questo quesito mi pare giustamente farlo. Perché io conosco abbastanza il nostro, attraverso parenti, amici e altre persone che mi hanno formato musicalmente e posseggo alcuni album; il metal gli deve qualcosa in termini di ispirazione, e il nostro ha realizzato a fine anni 80 due album duri con la band Tin Machine; ma chi lo sapeva che il signor David Robert Jones, questo il suo nome e cognome ufficiale, fosse un fine intellettuale? Devo dire che tramite un’artista vero e uomo di sapienza e intelletto, un vero insegnante, ho imparato ad amarlo e conoscerlo di più; perché l’autore di questo libro, Francesco Benozzo, ha lanciato un guanto di sfida importante; ovvero scrivere un libro per far capire le ispirazioni che non solo il musicista, ma l’uomo David Bowie ha preso per realizzare i suoi dischi e per crescere come uomo. Un libro che ci fa comprendere lo spessore culturale, umano di un uomo, attraverso non solo i suoi testi, ma i riferimenti culturali, e i cambiamenti che il nostro ha vissuto nella sua evoluzione artistica e nel corso dei tempi; perché come l’autore dice giustamente, Bowie ha avuto diverse morti; non solo l’ultima, quella definitiva in senso fisico, precedendo l’uscita dell’ultimo album “Blackstar”, ma soprattutto durante la sua evoluzione musicale, che ha avuto molteplici maschere. I riferimenti intellettuali del nostro, affondano in ispirazioni variegate che vanno al grande Oscar Wylde, a Nietzsche, dal poeta T.S. Eliot toccando Alberto Denti di Pirajno, Burroghs, nick cavee molti altri. Leggendo questo libro, vi renderete conto quante ispirazioni profonde lo abbiano toccato nel suo intimo; l’autore con semplicità, passione e cuore ci fa scoprire uno scrigno e amare ancora di più questo grande artista. Ma non è finita, perchè, allegato al volumetto, c’è pure un cd; una sfida vi dicevo all’inizio; perché Benozzo, non è solo un docente e cattedratico all’Università di Bologna ma anche un fine musicista e ha riletto alcuni brani del nostro; dodici per la verità, rileggendoli, arraggiandoli per arpa celtica e bardica, con sensibilità, cuore e anima; un viaggio tra le parole e musica che ho idea vi conquisterà, il disco si chiama “Ytiddo”. Grande esempio di docente, che ho avuto il piacere di conoscere e apprezzare durante la presentazione di questo libro, e sono sicuro che il duca bianco, ovunque si trovi, abbia accolto questa opera con un largo sorriso.
Voto: 8.5/10
Matteo ”Thrasher80”Mapelli