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Spesso ci sono periodi in cui si ha bisogno di ascoltare, magari inconsciamente, canzoni fresche, trascinanti, possibilmente che ricordino i vecchi fasti del passato, sul versante heavy rock, magari non mettendo su album già sentiti magari migliaia di volte, ma qualcosa registrato ai giorni nostri, che dia una sveglia a tutto il contesto. Operazione spesso difficile questa, perché non sempre abbiamo a che fare con lavori all’altezza della situazione, confrontabili con il passato. Indubbiamente ci sono degli ottimi dischi in giro, alcuni davvero eccezionali e osannati da critica e pubblico. L’album che ci apprestiamo ad ascoltare è uno di quei lavori che fa esattamente quello che abbiamo scritto all’inizio di questa recensione. A Light In The Dark, della band svedese Black Rose è un lavoro che coniuga alla perfezione il concetto principale di heavy rock di cui, senza voler essere ripetitivi, abbiamo accennato prima. Doverosa questa sorta di introduzione, perché qui si parla semplicemente di musica vera, fatta di ottimi brani, potenti, melodici, trascinanti e che danno sempre un occhio al passato, senza risultare noiosi o datati. Alla band piace e anche tanto ciò che suonano, si sente perfettamente l’amore che ha nei confronti dell’heavy rock sanguigno e sincero, lo si può sentire in tutti i brani, senza alcuna distinzione. Dieci i brani per una durata di circa trentotto minuti, per una colata di metallo che parte dalla prima e incisiva Sands Of Time, passando per le varie Hear The Call, che ricorda vagamente i primi Hammerfall, oppure la quarta We Come Alive, dove nei primi istanti fanno capolino gli Helloween, senza trascurare la parte rock con cui vanno a ricordare la vecchia scuola classic rock di Magnum e compagnia bella. La title track è invece una trascinante canzone piena di pathos e di epicità, grazie all’apporto di tutta la band, che svolge in modo fiero e onesto il proprio compito, mettendo a segno uno dei migliori brani dell’intero disco. Sanno alternare molto bene brani prettamente classici ad altri più moderni e freschi con una naturalezza disarmante. Quando si ha a che fare con lavori simili, si capisce che per fortuna non tutto è perso, ma c’è chi ha ancora molto da dire su un genere che spesso, a torto, è stato dichiarato morto o quasi. Si sa perfettamente che la musica è bella perché è varia, anche rimanendo ancorati al passato, ne abbiamo la piena dimostrazione con A Light In The Dark dei Black Rose.
Voto: 8,5/10
Sandro Lo Castro