Pride & Joy |
Dalla Bielorussia arrivano i giovani Alcyona, che danno alle stampe il loro primo e tanto agognato debutto discografico, per l’etichetta Pride E Joy Music. Con Trailblazer mettono fin da subito in evidenza le potenzialità che hanno nel concepire ottimi brani che si affacciano a un power sinfonico di classico stampo europeo. Le influenze che si percepiscono fina da subito sono abbastanza chiare, dove Nightwish, Epica e compagnia bella sno presenti per tutta la durata del disco. Anche se ci sono tante, troppe similitudini con le band appena citate, on vuol dire che non abbiano una certa dose di personalità. Basta ascoltare in modo approfondito tutto il lavoro, che nella sua interezza riesce a emergere tra le migliaia di uscite in questo campo. La personalità di cui abbiamo appena fatto riferimento, è dovuta soprattutto alla bravura della vocalist, Olga Terentyeva, che ha una timbrica particolare e personale, che la distanzia finalmente dalle sue illustre colleghe. Un punto di forza quest’ultimo, oltre alla bravura del resto della formazione, che i rivelano degli autentici maestri dietro i loro strumenti. Un’altra particolarità di questo lavoro è la costruzione delle canzoni su una base rocciosa e granitica nel suono delle chitarre, che le vede come strumento principale e non solamente di accompagnamento, come accade nella maggior parte dei lavori metal sinfonici. Dalla prima Enchantment, in cui mostrano un invidiabile gusto per la melodia, passando per le varie e buone Dreamroad, che ha un qualcosa di progressivo dietro, Sacred Fire, molto delicata nel suo incedere solenne. Ci sono anche altri brani da segnalare come: Memories In The Vessel, che continua sulla stesa linea delle precedenti, The Lost Valley, che con le sue cavalcate in stile classic heavy, risulterà il migliore dei brani, a nostro parere, dell’intero lavoro. In quarantasei minuti, gli Alcyona riescono a confezionare una buona prima prova discografica, non c’è che dire, anche se peccano un po’ di staticità, promossi a piene mani.
Voto: 6,5/10
Sandro Lo Castro