Un ampio triangolo geografico della percussione improvvisativa

In questo articolo mi preme sottolineare il lavoro di tre batteristi impegnati nell'area del jazz e della libera improvvisazione, dislocati in posti geograficamente differenti, quasi a formare un triangolo isoscele della percussione, parzialmente rovesciato. Si tratta di batteristi rappresentativi, che cercano di tenere in vita la qualità di un comparto musicale, che comincia ad insospettire in merito ai traguardi da raggiungere. Gli angoli del triangolo intercettano New York, la zona di Buenos Aires e la Svizzera (in cointeressenza con il Portogallo). 

Jeff Cosgrove è di casa a Percorsi Musicali. Jeff non è solo uno dei batteristi jazz più apprezzati nell'area newyorchese, ma ha anche una sua mole specifica che in queste pagine ho già compiutamente evidenziato (vedi qui e qui); Cosgrove ritorna discograficamente con un trio di comprimari eccellenti, ossia il sassofonista Scott Robinson e il contrabbassista Ken Filiano, in Hunters & Scavengers, una registrazione che ha il sapore di quel free vicino ad una confluenza melodica delle sue componenti. E' evidente un riferimento all'Ornette Coleman di The shape of jazz to come (qui d'altronde viene ripresa come omaggio la Lonely Woman), ma ciò che si stabilisce, aldilà delle iniezioni musicali progredite dei musicisti, è la volontà di perpetuare un sound che è uno degli equilibri più riusciti nella musica, un misto dei suoi fattori produttivi (melodia, armonie non necessariamente riscontrabili nella tonalità pura, lavoro raffinato dell'impianto percussivo); Cosgrove estrae una pratica jazz ben sperimentata ma mai doma, che si nutre delle tenute di tempo di Elvin Jones, delle poliritmie da ricamo di Paul Motian, quando non deve andare a sostenere evoluzioni più intricate che richiedono un approccio sensitivo al tema e al dialogo con i partners, come succede per esempio in Simple Justification o nella splendida ottica modificatrice di Song of the cuddle fish. Il tentativo è quello di scoprire ulteriori relazioni in presenza di musicisti come Robinson e Filiano che permettono di espandere i confini; e la versatilità di Cosgrove, nettamente al passo dei due più blasonati improvvisatori comprimari, è indice di piena maturità.

Marcelo Von Schultz vi fa scoprire un ingegnoso sottobosco di improvvisatori argentini. Presta la parte percussiva in più modi, è essenzialmente un batterista free jazz, di quelli pirotecnici, che fanno ricordare i grandi americani, ma è capace anche di appoggiare sortite sperimentali. Ha messo su una pagina bandcamp un paio di anni fa e sta cominciando a divulgare una fresca passione per l'improvvisazione free jazz e libera, un argomento di giovane presa che sta riguardando un paese che presenta scintille di creatività isolate in un contesto convenzionale, già evidenziate in queste pagine con altri musicisti attigui (Ada Rave, Chientaroli, etc.). Quanto ad un efficace dimostrazione del valore di Marcelo si può condensare l'analisi a due poli: il batterista free è apprezzabile nel veloce vortice poliritmico delle collaborazioni con Hernàn Samà (in duo nel lavoro dal titolo Sonidos desde el campo para los animales y la vida salvaje) oppure nel trio con il tenorista Serge Merce e la cellista Cecilia Quinteros (in Haitì), mentre il musicista avantgarde si riscontra nel duetto con il chitarrista Catriel Nievas, soprattutto in Tùneles, dove Von Schultz sostiene un incredibile impianto di chitarra elettrica sintonizzata su suoni particolarissimi (qualcosa di furioso e simile a trapani stradali o dall'impatto sonico ipnotico). Ringrazio Marcelo per avermi contattatto e presentato la sua musica.

Sono plurimi i motivi d'interesse utili per sondare la musica del batterista svizzero Sheldon Suter. Il primo è strettamente strumentale e riguarda la specialità dei rapporti con i partners: Suter ha costituito un suo progetto, il quartetto di Big Bold Back Bone, in cui ha sistemato l'operato di altri tre musicisti che hanno già una loro storia conclamata alle spalle; il trombettista Marco Von Orelli viene sfruttato nella parte più sperimentale del suo strumento, all'elettronica sintetica Sheldon si avvale di Travassos, musicista e design grafico riconoscibile per essere il creatore delle copertine di buona parte dei cds della Clean Feed, mentre l'altro portoghese è Luis Lopes, chitarrista anomalo, conosciuto per le sue collaborazioni con la crema dell'improvvisazione portoghese (Rodrigo Amado, Sei Miguel, etc.). 

Le modalità con cui scoprire Suter e i Big Bold Back Bone sono contenute nell'ascolto di due cds recentemente pubblicati dalla sussidiara della Clean Feed, l'etichetta shhpuma; si tratta di In search of the emerging species e di Emerge. La peculiarità di Suter sta nella cattura di una sorta di iper realismo surrettizio ricavabile dalle conformazioni musicali prodotte, in cui il ruolo del batterista perde peso a favore di una svolta verso specifici lidi dell'aggregato sonoro. 
In Search of the emerging species, le parti metalliche e percussive fanno sentire tutto il loro ardore, contribuendo alla creazione di suoni poltiglia, che potrebbero simulare molte cose; un'unica e lunga improvvisazione libera di 42 minuti, dal titolo programmatico (Immerge), vi trasporta in addensamenti neurali che l'immaginazione potrebbe classificare come ambasciatori di una realtà trasfigurata, dove ciò che si intuisce potrebbe essere una parte di un tutto (è un'analisi che può essere fatta seguendo un canone di riconoscimento per suoni che proiettano il cinguettio degli uccelli oppure ferri a vapore che vengono fatti scaricare). C'è una confluenza della parte attribuita a ciascun musicista, una ricerca di suoni organizzata per imporre condensazioni sonore sugli oggetti e nei contatti, dove la tecnica estensiva la fa da padrona e la movimentazione, con dinamiche più o meno fascinose, regge costantemente in tensione. Si potrebbe dire che la visione musicale è portata ad un confine incredibilmente non netto tra propensione naturalistica e concretezza.
In Emerge le percussioni rivelano un suono granitico e la progressione ritmica è acusticamente vicina all'effetto di un chiudersi di porte, una pluralità che si accompagna ad una sorta di sfasamento implicito dell'impianto libero profuso dai quattro musicisti. Lopes (con distorsioni e linee singole), Travassos (con il compattamento dell'ambiente sonoro) e Von Orelli (quasi sempre in accento deformativo) lavorano su una sorta di surrealismo sonoro che ha le sue connotazioni e le sue attitudini. E' così che la lezione di Varese non è la sola presente in Facing extinction, dove un climax disturbato accoglie una selva di suoni sodomizzati effettuati su corda o su percussioni, di contro ad una tromba che strepita, polemizza o denuncia. Il rapporto di vicinanza a Miles Davis è confuso, così come sorprendenti sono l'impianto ritmico di Tentaculita, che nasconde un'aderenza quasi punk o il drumming giocato da Sheldon su tamburo o rullante in Ground Found, un "su di giri" che sembra fare brutte previsioni e dove la tromba di Von Orelli segnala pazzia ed acidità.
Non è causale fare un riferimento ai disegni di Travassos, che da più parti vengono considerati slegati dal contenuto musicale; in realtà l'aspetto kafkiano delle copertine, che ritraggono disegni di animali o uomini fantasticamente ricomposti, accetta la prospettiva naturalistica di Sheldon e dei suoi musicisti, una forma di coesistenza tra il reale e il visionario, che è un misto di semplicità, irrazionalità, banalità o ritorno al ricordo fanciullesco, che in molti vedono come il vero insegnamento dell'umanità. Trovare un'equilibrio di pensiero e di comportamento nelle varie combinazioni degli aspetti complessi o semplici della vita.


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