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I death metallers californiani, sono una sicurezza se cercate sonorità vecchia scuola. I nostri sembrano nati nella costa sbagliata dell’America del nord; perché il loro sound, prende a piene mani dalla scuola di Tampa, ovvero la città floridiana che ha dato i natali al death metal. Qualcuno li potrebbe tacciare di immobilismo e non innovazione del suono, ma per certi versi, il death metal, ha un suo suono ben definito, soprattutto quello di marca statunitense. L’opener “Ripperology”, un titolo che è tutto un programma, è definito il suono generatore del metal più mortifero e marcio; ritmiche pesanti, riffing compressi, e ribassati; ritmi cadenzati e marcissimi come un cadavere in decomposizione. Il growl del singer e chitarrista Chris Monroy, prende a piene mani dagli Obituary e dall’ugola feroce di John Tardy; in fase solista i nostri prendono spunto dai death, soprattutto nell’evoluzione chitarristica che portò a capolavori come “Individual thought patterns”. “Catastrophic retribution” è ritmata, e dai riffing marcissimi, stratificazioni di riff che poi portano ad un accelerazione virulenta col baso sempre presente e blast beats. Il growl è cavernoso ma ben definito; ci sono anche rallentamenti che danno un cambio di ritmo e ancora più spessore, per poi accellerare in sede solista. “Torture labyrinth” è introdotta da riffing compressi e dissonanze slayeriane; una chitarra lancinante che porta ad un mid tempo pesantissimo, con solos virtuoso; stop n’ go e via che si parte, mid tempo dai riff ad incastro a spirale, qui si sente ancora la corrente più marcia e corrotta del death floridiano. Anche in questo brano cambi di tempo fluidi con accenni di blast beat danno dinamicità al suono; i solos in armonizzazione rompono l’andamento dando un tocco melodico. “Lifeless manifestation” è il brano più corto del lotto, meno di due minuti; andamento in mid tempo, con doppia cassa continua e riff marci e compressi, e rumori di urla e sofferenza, questo è death metal. Questo disco non propone nulla di nuovo, ne vuole offrirlo, perché l’intento dei nostri, è proseguire nel solco della vecchia scuola seminale; consigliato soprattutto a chi è nostalgico del metal estremo di fine anni 80/inizio 90 di taglio americano.
Voto: 7.5/10
Matteo ”Thrasher80”Mapelli