Trooper E. |
Tanto metallo incandescente come magma. Sembra di essere in contatto diretto con la fucina del Sole. Ecco l'impressione che si trae dall'ascolto del quarto album "Infernal Overdrive" dei losangelini White Wizzard. Fin dall'iniziale title-track la band trasborda energia da vendere, in virtù di sonorità metal classiche, ma portate all'estremo della potenza sonora come non sentivo accadere dall'epoca degli Agent Steele e dei Racer X, ad esempio. Ed è questo che appare meravigliosamente OK. I nostri si pongono sulla continuazione della corrente U.S. Metal nata nel cuore degli anni '80 subito dopo la NWOBHM che l'ha ispirata. Da premettere che i nostri sono diventati piuttosto famosi grazie al videoclip del 2008 del brano "High Speed GTO", diretto da Dave Vorhes e vincitore del premio 'Best Music Video' all'Action on Film Festival dello stesso anno. Ciò nonostante, è un vero peccato che la band in questione, in 11 anni di esistenza, ne abbia passate di cotte e di crude a livello di line-up (a parte il bassista Jon Leon, sempre presente fin dall'inizio). Auguro a loro la stabilità di formazione che meritano. Perché la qualità della loro musica è indiscutibile. E difatti, con questo quarto album la band ci dimostra una integrità ed esperienza davvero ottima, tanto nella composizione quanto nella perizia tecnica dei singoli musicisti. Non c'é traccia di "Infernal Overdrive" che non sia caratterizzata da ottimo skill tecnico/compositivo (tra l'altro, assoli di chitarra ai limiti dello shredding) e assieme ad una potenza d'impatto devastante. Abbracciando tutto il tipico spettro sonoro del Metal Classico. Con risultato ottimo. Vi basti sapere che alcune tracce di durata piuttosto estesa, come l'epicissima "Chasing Dragons" e l'infernale "Critical Mass", che durano ciascuna oltre 8 minuti, nonché "Voyage Of The Wolf Raiders" con i suoi quasi 10 minuti complessivi, sono variegate e di piacevole ascolto. Certo, mi pare strano che i nostri abbiano deciso di realizzare un album di 9 brani, 4 dei quali particolarmente lunghi (l'ultima song "The Illusion's Tears" arriva a 11 minuti e in effetti appare un po' troppo prolissa, nonostante alcuni spunti simil-Prog interessanti). Un po' di contenimento in più nella durata dei brani forse non avrebbe fatto male a questo disco, che comunque è un ottimo prodotto, dedicato ai Defenders del metallo, e promosso con un bell'8 su 10, soprattutto per il guitar-work particolarmente curato. Complimenti a loro.
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli