Massacre |
Altro pezzo di storia del Teutonic Metal che torna tra noi, con la pubblicazione di un nuovo album. L'undicesimo per l'esattezza. Sono i mitici Stormwitch. Che piacere! Guardando le foto propozionali (anche se oramai solamente il singer Andy "Aldrian" Mück e il redivivo bassista originale Jürgen Wannenwetsch sono sopravvissuti dall'inizio della storia della band), si ha una sola impressione: malgrado gli anni passino inesorabili, e malgrado ciò si veda purtroppo almeno un po', voi Stormwitch siete... più inossidabili della Lagostina! Ed in effetti, esistendo i nostri fin dal 1981 (nonostante il periodo di scioglimento che va dal 1994 al 2002), non possono non essere considerati uno dei miti minori-ma-persistenti della Golden Era del Puro Metallo Teutonico. E come si perpetuano oggi gli Stormwitch? Semplicemente, essendo loro stessi! E proponendoci 52 minuti abbondanti per 11 brani di Vero Metallo Potente e Pesante (ma il Digi-CD contiene anche tre belle tracce bonus per una durata totale di quasi 66 minuti), con atmosfere epiche, interessanti testi incentrati su leggende e accadimenti storici e... la giusta attitudine. Quella di sempre. La produzione, curata dalla stessa band assieme al tecnico del suono Marc Ayerle, è davvero scintillante. E valorizza ogni singolo passaggio musicale come si deve. Il disco si rivela così piacevole all'ascolto per tutta la durata. La voce di Aldrian non ha perso un'oncia della sua teatrale verve vocale e della sua potenza canora. Il nostro è solito usare un registro vocale non molto alto, e punta tutto sulla colorazione espressiva, mentre gli acuti da "defender-vocalist" sono molto centellinati. Riguardo la parte musicale, non vengono usate mai velocità pazzesche. Il Power/Heavy Metal degli Stormwitch è basato quasi interamente sulla potenza da mid-tempo, con tutte le sue relative varianti. In questo modo, tanto il singer quanto gli strumentisti hanno campo libero per caratterizzare e colorare di sfumature interessanti ogni parte dei brani presenti su "Bound To The Witch". Viene messa così in campo tutta l'esperienza accumulata da una cult-band sulle scene per così tanto tempo. Saranno passati anni e anni, ma grazie a detta esperienza i nostri sono riusciti a trovare la loro strada per non andare mai sotto di energia. Quali brani risaltano? Beh, è difficile dirlo. Forse la magnifica "Songs Of Steel" iniziale, contenente un refrain che vi ritroverete a cantare a squarciagola in men che non si possa pensare. Oppure la title-track, davvero rocciosa e piena della consueta verve teatrale da parte di Aldrian. Oppure ancora, la cavalcante "King George"!!! Ascoltatela tutta e vedrete se non si tratta di un brano "defender" perfetto! I riffs metallici per eccellenza su questo disco sono quelli di "Life Is Not A Dream" e di "The Ghost Of Mansfield", mentre... la conclusiva (posta prima delle tre bonus-track, voglio dire) "Nightingale" è una ballad acustica, oserei dire, alquanto celestiale. Ottimo lavoro, insomma. Malgrado qualche (comprensibile) leggerissima caduta di tono sparsa qua e là, la "Strega della Tempesta" si trova ancora in ottima forma. Con la sua potenza metallica, l'epicità e la verve narrativa che la caratterizza da sempre. Siate bravi, o Defenders, comperate il disco in questione e supportate la Strega Tempestosa. Altrimenti, subirete l'ira della bella figliola raffigurata sulla splendida copertina. E lì saranno dolori. Mai far incazzare una Tempestaria. Siete avvisati!
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli