Rise Above |
La mitica Rise Above di Lee Dorrian, non sbaglia un colpo, per gli amanti dei seventies questa mitica etichetta è una vera manna. Difficilmente il nostro sbaglia, perché ha fiuto per la band che mostrano soluzioni settantiane, psych, scossoni hard/prog e watt a profusione. Come questo esordio vulcanico di questi hard rockers della motorcity per eccellenza, ovvero Detroit; città che in termini di musica dura, ci ha dato tanto. L’opener “The center” è un torrente hard, con una bella cavalcata seventies; chitarre dai riffing pesanti e una voce femminile bella pulita, solida e che negli acuti sfodera potenza. L’impatto è eccellente, il solos è caldo e venato di hard/psych, questo è grande hard rock con un hammond favoloso. “Slaves and mastrers” ha una chitarra assolutamente bluesy e sexy, grande lavoro di hammond e la singer Masha Marjieh ha una tonalità chiara e potente aiutata anche dai cori. Ottimo anche il solo di hammond, mentre il basso pulsa e conduce il ritmo in questo brano intriso di carica blues. “Child of destiny (inaugural trilogy part.3),è ritmata, con riff hard e tastiere prog, con interventi di organo. La singer usa in modo magistrale la melodia vocale, ma la parte del leone la svolgono le tastiere; un viaggio hard/psych ad alto uso di acidità. “The unknown” è puro sabbath sound; doom all’ennesima potenza, sentitevi il riffone iommiano e la carica minacciosa di questo mid tempo. Le tastiere appena accennate, rendono il clima oscuro; le chitarre hanno un suono liquido intriso di wha wha che si miscela con l’hammond per poi graffiare. La conclusiva “Dragonhead” è seventies puro, hard anni settanta bruciante, up tempo con le tastiere a dare il la con potenza e melodia. La singer con la voce filtrata centellina la voce usando un registro basso e pulito, sentitevi il duetto hammond/chitarre con i cori e verrete trascinati in questo uragano hard. Un grande esordio, un vulcano hard con una grande singer e tanto calore e bollente hard rock.
Voto: 8/10
Matteo ”Thrasher80”Mapelli