Mighty Music |
Anche se ciò non conta granché in una recensione, voglio comunicarvi lo stesso che ho una particolare simpatia personale per il bassista statunitense Marco Mendoza. Dovuta al fatto che ha suonato sul primo album solista, "Ward One: Along The Way", dello storico batterista dei Black Sabbath, Bill Ward. E da Sabbath-fan di lunga data quale sono... figuratevi come sono contento di recensire il terzo album solista del bravo e famoso bassista/cantante di San Diego. Dopotutto, non bisogna dimenticare come il nostro abbia messo su un curriculum longevo e di ferro, a forza di suonare con gente come Ted Nugent, John Sykes, David Lee Roth, George Lynch, i Black Star Riders, gli Whitesnake più recenti, i mitici Blue Murder, i Thin Lizzy riformati per gli anni 2000, nonché attualmente negli ottimi The Dead Daisies (già da noi recentemente trattati su Giornale Metal)... e molti, molti altri. Beh, insomma, non stiamo parlando di una mammoletta. Ma di uno stakanovista dell'Hard americano, che non si ferma mai. Suona dovunque sia possibile, e lo fa bene. E ogni tanto si ferma anche a fare qualche buon album solista. Come questo energico "Viva La Rock". E possiamo intendere quest'album esattamente come il titolo ci suggerisce. Un tributo al Rock. Al VERO Rock. E il risultato è ineccepibile nella sua elementarità! Avevamo parlato di Hard Americano... e Hard Americano sia. Tanto è il tempo che il nostro ha passato a suonare coi grandi che ormai la tradizione musicale se l'è fatta entrare nel sangue. E così il nostro è stato ancora una volta capace di sfornare un disco fresco, energico e frizzante, contenente canzoni dallo stile molto diretto e verace, che farebbero la differenza nel tipico festino a barbecue con donne appariscenti e birra a fiumi. Rock, Rock e ancora Rock. Dall'iniziale, ritmata title-track all'ultima "Let It Flow" (un po' più poppeggiante ma deliziosa!), dieci canzoni piene di ottima energia e tante, tante good vibrations. Le chicche particolari potrebbero essere considerate, che so, "Sweetest Emotions" con il suo incedere quasi soul-funk (ed annessa sezione fiati) e anche la seguente "Chinatown" basata su un ritmo boogie pazzo ed irresistibile. Ma la mia preferita è "Rock 2 You", con il suo vorticoso bluesy-riff serrato ed un ottimo refrain corale. Una precisione alchemica che rende perfetto un brano così semplice. Davvero un gran lavoro! Il nostro si è anche circondato di un'ottima band, comprendente il chitarrista di Glenn Hughes, Soren Andersen, ed il drummer Morten Hellborn. Mai power-trio fu più azzeccato. Il disco è suonato alla grande, prodotto in modo impeccabile, retto da un altrettanto impeccabile songwriting e da un'energia "live" che di sicuro sarà ben riprodotta durante i concerti. Attendiamo quindi il tour promozionale del carissimo Mendoza a supporto del suo album solista... ed intanto ci godiamo il Rock nella sua forma più sanguigna con l'ascolto reiterato di "VIVA LA ROCK". Personalmente, consiglio il disco a TUTTI! Un po' per sdrammatizzare l'eccessiva e parodistica seriosità dei metal-kids verso la loro musica preferita, un po' per dire ai detrattori del metal di farsi ognitanto una risata. Un disco del genere mette a posto tanti stati d'animo storti. Bravo Mendoza! Tu sì che hai capito cos'é importante nella vita.
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli