Dissonance |
E dopo gli Spartan Warrior, ecco un altra band minore della NWOBHM che torna tra noi dopo l'oblio che seguì la fine del glorioso periodo British. I Salem sono esistiti dal 1980 al 1983 sfornando all'epoca solo qualche demo e un singolo. Poi... più nulla. Bene, eccoli che tornano nel 2010, iniziando a incidere anche degli albums. Questo "Attrition" è il terzo (dopo "Forgotten Dreams" del 2013 e "Dark Days" del 2016). I nostri sono più classicamente "Hard" rispetto ai suddetti Spartan Warrior. Anche loro, però, dimostrano una discreta verve compositiva mostrata nel saper confezionare songs accattivanti (anche con ottimi refrain corali) quanto semplici e dirette. Come l'iniziale title-track e "Black And White" (la quale pare addirittura contenere alcuni piccoli preziosismi tipici del Prog). O anche un paio di bei brani Hard cadenzati come "Lest We Forget" e l'epica ed orientaleggiante "Sights Of Wonder", nonché la toccante power-ballad "My Only Son". Certo, alcune tracce non sono proprio tanto incisive (ad esempio, la semi-ballad poppeggiante "I'm The One", con dei cori non molto eccelsi). Inoltre, quello che non riesco tanto a digerire per tutta la durata dell'album in questione è il suono della chitarra ritmica, troppo "grattugiato" e non molto incisivo in quanto a frequenze basse. E mi dispiace, perché altrimenti questo disco potrebbe essere anche più che sufficiente. Non dico certo che sia un disco pessimo. Nonostante l'assenza dalle scene, i nostri conservano un discreto mestiere. E consiglio "Attrition" a chi non si voglia proprio far mancar nulla delle vecchie glorie della NWOBHM. Certo, seguito a dire, con un suono di chitarra migliore ed una produzione più incisiva, questo disco sarebbe più che buono. Pazienza. Non si può aver tutto nella vita.
Voto: 6/10
Alessio Secondini Morelli