Napalm |
Dodicesimo album per gli iperattivi floridiani Kamelot. Da oltre un ventennio uno dei nomi internazionalmente più noti della scena Prog/Power Metal. I quali non hanno di certo bisogno delle presentazioni. Vero? E in effetti, cosa dire che nessuno abbia già detto di loro? E' molto difficile. Preferisco, a quest'uopo, calarmi nell'ascoltatore che li ha appena conosciuti, proprio con quest'album. Mi viene da dire che "The Shadow Theory" è un ottimo lavoro, composto, arrangiato e prodotto con la dovizia tecnica e compositiva proverbiale dei nostri. Qua e là fanno capolino nel loro Prog/Power Metal alcuni riffoni ed arrangiamenti un po' più moderni, ma senza snaturare per nulla il sound dei nostri. Partendo dagli stilemi del Power Metal, in effetti, la band riesce con la propria consueta maestria a trasformare il proprio sound in qualcosa di molto "melodrammatico" e simil-prog, non facendo mai a meno della potenza sonora del metal. Ci sono difatti moltissi preziosismi che rappresentano un valore aggiunto a questo buon album, come ad esempio il coro spaventosamente epico di voci bianche che intona il refrain principale in conclusione del brano "Burns To Embrace" (la versione fantasy dello Zecchino d'Oro???). La seguente "In Twilight Hours" è un'ammaliante e quasi madrigalistica power-ballad con arrangiamenti pianistico-orchestrali, cantata dal singer Tommy Karevik in coppia con la brava vocalist Jennifer Haben dei tedeschi Beyond The Black.
Altrove, abbiamo una "Vespertine (My Crimson Bride)" con delle orchestrazioni sintetizzate in stile quasi barocco... Si può constatare, in generale, che il versatile ma potente Prog/Power Metal dei nostri è sempre lo stesso, nel senso buono. Garanzia di qualità. Fiabescamente parlando, avendo i Kamelot mutuato il loro nome (con una K in più) dalla città che rappresenta il centro del Regno del leggendario Re Artù, dove regnavano solo la Verità, la Bontà e la Bellezza, possiamo forse considerarli campioni proprio di questo. Almeno musicalmente parlando. Epici, potenti, virtuosi e musicalmente versatili. Sempre caratterizzati da un certo barocchismo orchestrale negli arrangiamenti che ha fatto la loro fortuna e da una produzione pulita e moderna, mai anacronistica o tendente al becero e commerciale "Nu-Metal". Qualcosa da dire anche sulla versione deluxe: le tracce bonus presenti sono le versioni strumentali di ben sei brani dell'album (senza alcuna variazione a parte la mancanza di vocals... mah...) ed una buona inedita intitolata "The Last Day Of Sunlight". Credo di aver detto tutto. Ora sta a voi. Supportate i Kamelot comprando il nuovo album, oppure impersonate Mordred e dichiarate guerra a re Artù.
Voto: 8/10
Alessio Secondini Morelli