Parco Giochi Ore 21 - 1995/96 - Stella di luna (INEDITO)


Premessa by Captain - Prima di iniziare, ringrazio di cuore Giudas, che si riconferma come lo scopritore di talenti della stratosfera, per aver portato alla luce questo bellissimo lavoro. Mai come in questo caso, infatti, gli artisti coinvolti avrebbero meritato maggiore visibilità. Con un ritardo più che ventennale, la stratosfera si propone dunque di rendere noto il loro lavoro. A margine, grazie a Giudas anche perchè mi ha dato l'occasione di scrivere sul blog dopo mesi di assenza.



Il materiale di questo cd è stato realizzato nel biennio 1995-1996.

01 – Il giornale di domani  (3’ 58”)
02 – Fallo spesso (4’ 50”)
03 – Stella di Luna (5’ 06’’)
04 – GX-Trans (4’ 41’’)
05 – Essere normale (4’ 40’’)
06 – Volo cancellato (4’ 16’’)
07 – Un uomo nuovo (4’ 11’’)
08 – Ci sono (4’ 20’’)
09 – I pali della luce (4’ 10”)
10 – Così domani (5’ 50”)


PARCO GIOCHI ORE 21 

In occasione del precedente mio post sulla Stratosfera, con gli Zero Artico, il mio principale informatore è stato il chitarrista dello stesso gruppo, Ciccio Cassanelli. Costui mi disse, a un certo punto, che in precedenza aveva militato in un altro gruppo musicale. Anche questo dalla vita breve ma sufficiente a realizzare una decina di brani inediti. In quel momento ero concentrato sugli Zero Artico e, conoscendo i tempi biblici del mio interlocutore, evitai di divagare e mantenni il discorso sul mio obiettivo del momento. L’accenno a questo sconosciuto gruppo fu però sufficiente perché il Cassanelli mi facesse ascoltare una trentina di secondi di un solo brano. Bastarono per accendere il mio entusiasmo e la mia curiosità.  Se tutto il lavoro era come quei trenta secondi ci sarebbe stato da divertirsi. Pertanto lo incasellai mentalmente nella lista delle cose da fare. E adesso finalmente è fatta.

La località è Bisceglie, in Puglia, il periodo è quello degli anni ’95 – ‘96 ed il gruppo si chiama PARCO GIOCHI ORE 21. Bel nome, se si pensa che a quell’ora in genere i parchi sono chiusi e, se sono aperti, è solo per attività estemporanee, come ad esempio i concerti. Quindi il nome ha anche il significato di un appuntamento, insomma… abbastanza originale !!

Il lavoro si compone di dieci brani decisamente belli e particolari. Per scrupolo mi sono nominato avvocato del diavolo ed ho tentato a lungo di cercare in quei brani somiglianze ed analogie con quanto da me conosciuto, al fine di demolire l’originalità del lavoro stesso, ma non ci sono riuscito. Ogni volta che riscontravo una qualche somiglianza con qualcosa (e ne ho trovate veramente tante) c’era qualcos'altro che lo differenziava. In sintesi siamo davanti ad un lavoro certamente inserito ed influenzato dall’ambiente musicale globale, ma che riesce a mantenere una sua collocazione autonoma.

Tanto per dire, ho fatto ascoltare il primo brano (senza qualificarlo) ad alcuni miei amici, dei quali ho un’elevata opinione in fatto di competenza musicale. In tutti i casi mi hanno detto che sembrava loro un brano della PFM di cui in quel momento non si ricordavano il titolo (e sfido io che non lo conoscevano…). Confesso che quando ho avuto modo di ascoltare il tutto non credevo alle mie orecchie. Il materiale risultava di ottima qualità e, in altra situazione, avrebbe avuto un destino certamente più luminoso. Sapevo che il tutto era stato realizzato da giovani che all’epoca avevano un’età compresa tra 25 e 35 anni; eppure mi sembrava un lavoro fatto da musicisti con alle spalle almeno trent’anni di esperienza. Il cd parte col botto. Il primo brano ha un violino che neanche Mauro Pagani, ed un riff accattivante che permea tutta la traccia. Ed è stato proprio il violino di quei trenta secondi di primo ascolto a farmi venire la pelle d’oca nel primissimo ascolto. Quale gruppo, negli anni novanta, avrebbe utilizzato un violino per la parte principale di una canzone ?!?  Una scelta così fuori contesto meritava attenzione.


Qualche dato sui singoli brani, visto che l’autore mi ha fatto dono anche di una breve e sintetica spiegazione del significato di ogni brano. Nel primo (Il giornale di domani) abbiamo un pilota che riflette su un sogno premonitore, prima di sganciare un’atomica. E se il secondo (Fallo spesso) e’ un Ironico e irriverente doppio senso su una relazione a tre, nel terzo (Stella di Luna) abbiamo una bella fiaba sulla vanità, nella quale la Luna, che non brilla di luce propria, decide di ricoprirsi di stelle per essere più luminosa e appariscente, ignorando che il suo gesto egoistico avrà effetti "collaterali". Il quarto brano (GX-Trans) è una curiosa e surreale storia della metamorfosi dei chicchi di grano modificati geneticamente, ovvero dalla felicità di avere una propria identità al non sapere  cosa si è diventati). E’ curiosamente introdotto da un coro di bambini (i figli del fonico della sala di registrazione) ed ha lunghe porzioni in 7/4, una scelta ritmica tanto bella quanto poco usuale; per non parlare della distorsione vocale creata ad arte in diversi punti tramite l’uso di un vocoder. Il brano scorre con naturalezza ma, ad un orecchio attento, non sfugge la particolare difficoltà vocale che vi faccio notare: la sequenza cantata all’inizio è molto lunga e senza stacchi – se sei un cantante e non prendi fiato al momento giusto rischi di crollare (provare per credere): chi ha composto il brano mostra spirito sadico. Poiché l’autore è il cantante stesso possiamo dire che, in questo caso, mostra masochismo. Una breve menzione sull’ultimo brano che, a stessa detta del cantante / autore è “Peter Gabriel style”. La voce del cantante è molto rock, senza essere metal. In molti momenti mi ha ricordato Franz Di Cioccio e Ivano Fossati, con una punta di Bernardo Lanzetti, senza che peraltro li scimmiottasse mai.

Per questo gruppo la maggior parte delle informazioni proviene dal cantante stesso – Michele Dell’Olio – che è stato così gentile da mettersi a disposizione nel fornire informazioni utili. Mi spiega che il progetto musicale nasce in studio. Tutti i brani sono composti dal cantante stesso, autore completo delle musiche e dei testi, peraltro ben conscio che l’atmosfera degli stessi ricorda l’ambiente della PFM. Tutto quello che sentite è stato realizzato con suoni sintetizzati e campionati, in sala di registrazione. Solo le parti di chitarra sono state realmente inserite dal chitarrista (Ciccio Cassanelli), oltre ovviamente alle parti vocali. Quando si è deciso di promuovere qualche concerto, si è posto il problema di reclutare dei musicisti veri per suonare dal vivo. La faccenda dei concerti è durata solo pochi mesi, giusto il tempo per una decina di date in ambito locale e provinciale.

I musicisti del gruppo che si sono alternati dal vivo sono stati i seguenti

Emanuele “Manu” Ratti (basso)
Gianni Caccialupo (basso)
Ciccio Cassanelli (chitarra)
Vito Rizzitelli (chitarra)
Sergio Daddato (chitarra)
Luigi Vania (violino)
Franco Scaringella (batteria)
Aldo Caputi (tastiere)
Michele Dell’Olio (voce)

Di fatto - mi dice il chitarrista Cassanelli - il progetto non è andato avanti perché nel frattempo lui e Ratti avevano fondato gli Zero Artico (cfr post precedente). Ma è anche vero che il progetto ha avuto una vita di pochi mesi e non è andato avanti soprattutto perchè, più che di un gruppo vero e proprio, trattavasi di una serie di “turnisti” messi insieme per necessità di tournee, che non si sono mai identificati col progetto ma che assecondavano semplicemente i desideri di chi di quel progetto ne era stato l’artefice. Infatti il cd in questione non è stato mai pubblicato e non esiste alcun progetto grafico ad esso inerente - la stessa copertina è stata realizzata per dare completezza a questo post.

Mi racconta l’autore che il materiale era stato fatto ascoltare anche a diversi produttori musicali i quali, pur ritenendolo molto buono, avevano deciso di non investire perché (udite ! udite!) la volatilità dei componenti non riusciva a dare un’identità stabile al gruppo. Se tanto mi da’ tanto posso solo immaginare quante altre situazioni simili possano essersi verificate in giro e quanto materiale ancora giaccia da qualche parte in attesa di essere resuscitato.



Oggi Michele Dell’Olio dirige un ufficio postale di Bisceglie (meriterebbe un capitolo a parte la scena in cui il sottoscritto si è presentato per la prima volta in detto ufficio, chiedendo di parlare col direttore e, a domanda diretta dell’impiegato, dichiarava che avrebbero dovuto parlare di musica)

Scopro infine che ha realizzato tanta altra roba inedita in diversi progetti, che gli ho chiesto di procurarmi. Se il destino sarà favorevole lo girerò sulla Stratosfera. Anche qui, a chiusura del post, una breve nota a margine: questa storiella della ricerca di gruppi e brani inediti mi sta intrigando e sta diventando una specie di catena di Sant’Antonio. Una volta scoperti gli Zero Artico mi era stato offerto il collegamento con i Parco Giochi ore 21, oggetto del presente post.  Nel frattempo sono venuto a conoscenza di altri due gruppi musicali da archeologia: ad oggi ne conosco solo il nome (Energetika – con la kappa il primo e Mediana Kasba il secondo), che facevano del prog di buon livello (forse), e che sono esistiti negli anni ’80-’90 (forse) sempre in quel di Bisceglie (forse). Prima o poi qualcuno si prenderà la briga di scavare a fondo in Italia in questo mare di sconosciume e verranno fuori cose tanto dimenticate quanto meravigliose.

Pertanto da questo momento sono a caccia – se son rose fioriranno e ve ne farò dono.
Un abbraccio musicale. Giudas


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Post by Captain, sound words and art by Giudas
 

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