La Kairos raccoglie in un cd dal titolo Piano Works tutta la produzione pianistica di Ramon Lazkano. Si tratta di composizioni che percorrono tre campi tematici: naturalmente il solo piano, una composizione per piano & orchestra e una serie di pezzi molto brevi (non superiori a 2 minuti), che Lazkano chiama "Educational music", perché eseguibili da giovani pianisti o debuttanti. Il pianista di riferimento di Lazkano è il bravissimo Alfonso Gòmez.
Temporalmente il brano più anziano di Piano Works è Hitzaurre Bi, del 1993, composto in due movimenti per piano ed orchestra: affidato a Gòmez e alla Bilbao Symphony Orchestra diretta da Ernest Martìnez Izquierdo, il protagonismo del piano è basato su un eclettica movimentazione, con catene di note veloci, spesso lavorate sui registri altissimi oppure con accordi o note singole ripetute con differente intensità: l'orchestra si inserisce con determinazione nel secondo movimento, instaurando un clima vigoroso, che stabilisce situazioni, e con un finale che approda ad una parte avventurosa che ricorda, dietro le consuetudini della strutturalità, il clima delle parti orchestrali del Ben Hur di Miklos Rosza. Hitzaurre Bi, che vinse il premio della Fondazione Prince Pierre de Monaco nel 1995, è fondamentale per capire lo stile del compositore spagnolo, che emergerà gradualmente e sempre più vivo, dalla produzione per solo piano: Ilargi Uneak, del 1996, è un tris di movimenti che scorpora la sua identità, dal momento che è interamente costruito sulle risonanze e sui temi poliritmici: ancora catene di note sulla destra in fondo alla tastiera, che sembrano stati di sospensione alla Calder, e poi ripetizioni di note e accordi che quasi vogliono individuare un alfabeto in codice, nella cornice di un'idea di motilità splendida. La stessa identità estetica copre la breve Suziri, del '99, la splendida indagine di risonanza effettuata tramite il blocco dei pedali in Laugarren Bakarrizteta composta nel 2000, il magnifico tocco di Gòmez sui tasti nell'omaggio a Joaquim Homs in Presencia (2005) e la più recente, completa elargizione di Petrikhor (2017), una metafora che prende vita dal petricore, quel profumo di pioggia che restituisce la terra: Lazkano qui dimostra che il cammino verso una rappresentazione olfattiva della musica è quasi una teoria scientifica e non solo astratta immaginazione; Petrikhor eleva alla massima potenza il suo prodotto sonoro: grappoli di note ai registri alti lavorate su risonanze e tessiture troncate o contrastate, ricerca esasperata della movimentazione poliritmica, dinamiche ed intensità sulla tastiera dosate alla perfezione, note brevi che ripropongono quell'alfabeto da codificare. E' un pezzo dal trasporto altissimo, che riesce a vivere di un'ulteriore risonanza durante l'esecuzione, maggiore in somma di quella preventivata, un cambiamento sottile, graduale ma dannatamente espressivo.
I quattro pezzi di Educational music sperimentano soluzioni brevi, con piano a 4 e 6 mani (Marta Zabaleta e lo stesso Lazkano sono i pianisti aggiuntivi), e potrebbero costituire delle schegge dei pezzi pianistici più elaborati di Lazkano. Questo allievo di Bancquart e Grisey migliora come il buon vino e questa raccolta pianistica si pone come essenziale nell'ottica degli studi contemporanei, in virtù di un'intuizione felicissima nell'ambito delle sperimentazioni su pulsazioni, tempi metrici e poliritmie, contemplata da un'esperienza ricca di consequenzialità e utile per essere trasportata nella musica.