Serie "Bimbitudine" vol. 1 - Daisy Lumini e Beppe Chierici - 1975 - Il Paese dei bambini con la testa


  
TRACKLIST :

01 Viva la democrazia
02 La storia dell'uomo ricco
03 In classe non si parla con il vicino
04 Faccia di fumo
05 Mandura
06 Tarantella per uno scugnizzo di tanti anni fa
07 Il mondo è fatto a scale
08 La ballata di un pezzo di pane
09 La ballata di Laika
10 Quattro cavalli e quattro cowboys
11 Se il Bambin Gesù nascesse un'altra volta
12 Ninna nanna per un bambino del Vietnam

FORMAZIONE :

Beppe Chierici e Daisy Lumini- voce
Musicisti non riportati

ARRANGIAMENTI - Ettore De Carolis

Per la gioia di grandi e soprattutto bambini, inauguriamo con grande piacere questa nuova serie della Stratosfera denominata BIMBITUDINE, in cui poco a poco inseriremo quei dischi che, specialmente negli anni ’70, prima che venissero Cristina D’Avena e la Five Record a spargere sale sulle rovine, alcuni grandi autori della musica italiana vollero indirizzare ai piccoletti, con un approccio del tutto nuovo e in linea con i tempi.

Intendiamoci: di “canzoncine” destinate, perlomeno in prima battuta, ai più piccini, se ne erano già sentite anche nei decenni precedenti, basti pensare al Quartetto Cetra o a Paolo Poli, per limitarci ai nomi più alti, e, per certi versi, precursori. Nei Settanta però, su spinta della canzone d’autore che si stava imponendo, la canzone per bambini acquista una sua dignità e importanza, e, d’altra parte, non è raro che canzoni inserite in dischi per adulti e ad essi rivolte (pensiamo ai casi di “Samarcanda” e “Alla fiera dell’est”, o, qualche anno dopo, a "Il gatto e la volpe") si rivelino successi enormi proprio grazie al fatto che vengono adottate dai piccini.


Insomma, non si trattava più di raccontare favolette in musica, o di girarla a filastrocche più o meno popolari: si trattava di far arrivare a questo nuovo pubblico dell’infanzia un prodotto fatto bene, scritto, pensato, registrato e inciso con tutte le attenzioni riservate alle canzoni per i grandi. E, insieme, di far passare attraverso questi pezzi anche una precisa morale, ritagliata, a grandi linee, su quella tipica visione del mondo e dei rapporti umani che si stava delineando in quegli anni di sconquasso, anni in cui le vecchie regole e i vecchi modi di pensare stavano, uno dopo l’altro, crollando.

Sono, in generale, canzoni educative e didattiche, ma, almeno nei suoi momenti più alti, originali e soprattutto per nulla  compiacenti: autori come Endrigo, Lauzi, Laneve e tanti altri parlano ai bimbi senza i fastidiosi birignao e ammiccamenti che purtroppo caratterizzeranno gran parte della produzione degli anni successivi. Sanno che con i bambini si può parlare di tutto, basta trovare la giusta chiave, e sanno che proponendogli fin dai primi anni bella musica e parole intelligenti è probabile che ci si ritroverà poi con adulti dai buoni gusti musicali e, soprattutto, con persone perbene al mondo. Insomma, tanto per uscire da questo lungo preambolo e cominciare a presentare il disco oggetto del presente post, ci si rivolgeva a bambini con la testa.


“IL PAESE DEI BAMBINI CON LA TESTA” è infatti il titolo dell’ultimo disco uscito a nome comune ascritto alla coppia Daisy Lumini e Beppe Chierici di cui avemmo modo di accennare in passato (QUI). La storia dei due, che ho avuto modo di raccontare nel numero di “Vinile” ancora in edicola, è una delle più affascinanti della musica italiana. I due si conobbero a una cena a casa di Duilio del Prete a fine anni ’60: lei bellissima, cantante a autrice di successo, reduce dai fasti della trasmissione televisiva “Ieri e oggi”, lui personaggio sconosciuto e bizzarro, vita vagabonda tra Africa e Francia, un amore smisurato per Brassens e per la musica popolare. Contro ogni logica (ma l’amore, come insegna Chico Buarque è “ciò che non ha ragione”) i due si innamorano e per circa dieci anni dividono vita privata e palcoscenico, portando i loro spettacoli politico-musicali in tutta Italia, con una piccola compagnia fatta di pochi mezzi e tanta creatività. Alcuni di questi spettacoli, che toccano grandi teatri ma anche sperduti paesini, diventano poi dischi imperniati soprattutto sulla ricerca dei canti popolari e sul grande lavoro di setaccio di archivio che Beppe (per primo, in Italia) fa sulle composizioni dei trovatori francesi dal XIII al XV secolo (un disco ad essi dedicato vede addirittura la presentazione del gigante della filologia romanza, Gianfranco Contini), nonché su alcuni brani originali di stampo politico-satirico.


Nel ’75, a un anno di distanza da “Ci vuole un fiore” di Endrigo che, mettendo in musica Gianni Rodari, riscuote un successo clamoroso, i due pensano di mettere in piedi, finalmente, un disco composto solo da pezzi originali, tutti destinati ai più piccoli, ma senza trattarli da scemi. Beppe scrive testi perfetti, in cui argomenti “seri” come l’inquinamento, la guerra, la lotta alle ingiustizie, l’autoritarismo la democrazia, l’equa distribuzione delle risorse, sono veicolati con ironia, classe da affabulatore di razza e grande capacità versificatoria. La Lumini li veste con musiche di grande originalità e insieme di grande presa, e il tutto è rivestito dagli arrangiamenti inventivi e sorprendenti di Ettore De Carolis (ex Chetro e Co.), già da tempo compagno di strada dei due, che spazia dalla marcetta al country, dalla musica popolare alla musica manouche. Il disco, che reca sul retro una presentazione del poeta e autore televisivo Grytzko Mascioni (vedi foto sopra), pur uscito per la piccola e “politica” etichetta I Dischi dello Zodiaco, diretta da A.Virgilio Savona (dei suddetti Cetra), ebbe un certo successo, anche nella Svizzera Italiana, tanto che per quel mercato ne vennero estratti ben 3 singoli. Qui, infatti, Beppe e Daisy avevano dato vita poco prima a “Puzzle”, una popolarissima trasmissione televisiva per bambini, che offrì un po' il pretesto iniziale per la composizione dei brani dell'album.


Tutte le canzoni sono, a parere di chi scrive, traboccanti di poesia e di impegno civile, ma se dovessi segnalarne qualcuna, sceglierei la straziante “Ballata di Laika”, dedicata alla cagnolina sacrificata dai sovietici sull’altare della corsa allo spazio, “W la democrazia”, vera lezione di educazione civica e di esaltazione del libero pensiero, la “Ballata dell’uomo ricco” (solo omonima della precedente canzone cantata da Paolo Poli e Laura Betti) istruttivo apologo contro l’egoismo,  “La ballata di un pezzo di pane” e “Tarantella per uno scugnizzo”, dedicata ai ragazzi che dettero il loro contributo alle gloriose Quattro Giornate di Napoli del settembre '43.


Un discorso a parte merita la delicata “Ninna nanna per un bambino del Vietnam”, scritta appositamente per una manifestazione a Roma organizzata dal PCI che salutava la fine della guerra in Vietnam. Daisy sale sul palco con la sua chitarra, ci sono quindicimila persone. Attacca: “C’è un bambino, là in oriente, che ora dorme sorridente”. Si fa il silenzio assoluto. Dopo due minuti, le ultime note riecheggiano in aria: “Non avere più paura, dormi, bimbo del Vietnam”. Tre secondi ancora che sono un’eternità e poi viene giù il palasport. Alla fine arriva un signore, il ministro della cultura e della salute vietnamita. Si era fatto tradurre la canzone, e così ringrazia Daisy personalmente. Su due piedi, lei e Beppe decidono che i diritti del disco (che continuò a vendersi per anni) servano per pagare gli studi a due orfani vietnamiti, vittime di quella sporca guerra. Anni dopo, grazie a quei diritti, una ragazza si laureerà in astrofisica, e un ragazzo diventerà medico chirurgo.


Insomma, come forse si sarà capito, siamo di fronte a un capolavoro del genere, cantato benissimo dalla melodiosa voce di Daisy e da quella più schietta, ma altamente espressiva, di Beppe, i quali, con enorme rispetto per il loro pubblico, seppero impastare a perfezione arte e coscienza civile, cultura e pedagogia progressista.

Buon ascolto, e se volete cantare con i vostri bambini, ecco a voi i testi:



NB- Il disco ha avuto una semiclandestina riedizione in Cd nel 2000, oggi fuori catalogo, ma è disponibile in versione digitale sulle maggiori piattaforme di streaming.


Post by Andrea Altrocanto

Postfazione by Captain : colgo l'occasione di questa nuova serie dell'amico Andrea per infilarci "postumo" un volume 0, ovvero un lavoro che mi sembra possa inserirsi bene in questa serie: sto parlando di "Nel mondo si Alice" di Gian Piero e Gian Franco Reverberi, e lo trovate qui.

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