La Muse en circuit è un centro interdisciplinare per la creazione di prodotti sperimentali i cui studi si trovano a Alfortville, in Francia; fondato da Luc Ferrari come posto per la composizione elettroacustica e radiofonica, La Muse en circuit ha assunto sempre più le vesti di un'istituzione di ampio respiro, di sostenimento governativo, che ingloba il teatro sperimentale, le innovazioni delle arti visuali e plastiche e le installazioni in cui musica, coreografie e ritrovati tecnologici trovano una delle loro migliori applicazioni.
In questa cornice di cellula specifica delle arti moderne è stato presentato nel febbraio dell'anno in corso il nuovo progetto del compositore Pierluigi Billone dedicato alla chitarra elettrica; anzi, stavolta le chitarre sono due e sono affidate all'interessamento di Yaron Deutsch (già portavoce delle precedenti composizioni per chitarra elettrica di Billone) e Tom Pauwels. Sono 80 minuti di musica che vengono consegnati alla conoscenza millimetrica dei rapporti che insistono tra gestualità, trasformazione acustica, prestanza osmotica tra stasi e movimentazione nell'ambito di un processo compositivo rivolto alla chitarra elettrica. Om on (questo il titolo) si sviluppa su fasi in cui il ritorno rumoristico programmato attraverso l'amplificazione e le pedaliere, è qualcosa che viene plasmato a beneficio del dialogo dei due chitarristi: due veri e propri navigatori (direi anche una postura del "timoniere", verificabile durante l'esibizione, vedi qui), che vi conducono al largo con due linguaggi timbrici differenti, pur vivendo la stessa situazione.
La percezione sensoria deve qui fare i conti con un'incredibile esplorazione di quanto noi riteniamo nel nostro immaginario come "plumbeo": nelle note interne redatte da Tobias Schick sono descritti alcuni possibili riferimenti alle produzioni di significato che la titolazione Om on vuole esprimere e sebbene alla fine lo stesso Schick ammetta che non esiste un significato definitivo e congruo, l'aggettivo plumbeo e la sua scansione conoscitiva sono gli elementi che permettono di addentrarsi (dal punto di vista dei contenuti emotivi) in un oceano di suoni e rumori addomesticabili; io immagino qui l'Om (veicolo del pensiero buddista) che sta funzionando (is on), e la mia idea è che Billone e i suoi due chitarristi siano perfettamente in sincronia per scrutare quei dark layers che si presentano continuamente nel pezzo. La storia musicale insegna che non sono mancati i viaggi mantrici collegati alla musica, ma non c'è nessuna storia di come poterli produrre attraverso un lussurioso atto compositivo; inoltre, nell'ottica di un canale di produzione musicale scollegato completamente da infiltrazioni meditative o di parte, perché non pensare che si possono ricavare informazioni (anche spirituali) nella penetrazione intelligente degli strumenti e del loro indotto umore? Al riguardo non abbiamo moltissime indicazioni: un gancio è venuto da Romitelli e dalle sue inserzioni di chitarra, spazi di congestioni plumbee sono provenute dalle improvvisazioni di Thurston Moore, avvicinamenti fattivi si trovano in Allan Holdsworth, invero il chitarrista più vicino al senso richiesto da Billone, sebbene non abbia fatto parte del mondo della composizione colta.
L'arma in più di Billone e dei suoi due esecutori è che essi sono meravigliosi conduttori delle capacità trasformatorie dei suoni, come è possibile intendere nelle parole che lo stesso compositore ha usato all'atto della presentazione del pezzo al centro di Alfortville "....Le principe constant de transformation relie chaque état à un autre, mais grace à des chaines de transformations ou à des mouvements instantanés de transformation, ce qui est lié peut etre tout autre et trés éloigné, des apparitions complétement artificielles, abstraites et visionnaires. Ainsi se crée un paradoxe apparent: tout procédé par transformation évidente vers un autre degré, mais ce qui apparait - à une première écoute - peut sembler étranger..."
Quanto alla sua lunghezza e al confronto con la serie degli Sgorgo, sarà il tempo e l'ascolto ripetuto a decretare il vincitore.