Frizzi Comini Tonazzi - 1979 - Melodia* (vynil)




TRACKLIST:

LATO A
1 Baruffo col papà
2 Nel Bronx
3 Perché non mi fate arrestare?
4 Minù
5 Sei andata via
6 Strafalgar’s where

LATO B
7 Libera
8 Punk
9 Quando vince la nazionale
10 Droga
11 Ludovica Govoja de Trombèr
12 D’amor

FORMAZIONE 

Massimo Frizzi- chitarra solista, armonica, banjo, cazzetti, voce
Sandro Comini- voce
Enrico Tonazzi- chitarra ritmica, piano, voce

Con:
Hugo Heredia- sax clarino
Flaviano Cuffari- batteria
Silvano Bozzoni- batteria
Franco Feruglio- chitarre, sedia, piano, celesta, puttanessi, bassi
Chico Cotelli- pianoforte honky tonky

Post agile per una proposta sicuramente leggera, ma non del tutto disprezzabile. Comprai il disco nei miei anni studenteschi romani (inizio Novanta), attratto, oltre che dal prezzo irrisorio, dalla copertina dal lettering stile Cramps, con quella foto in bianco e nero, di spalle, che sembrava alludere a un lavoro serio & pensoso, di quelli che piacevano a me. Mi ritrovai tra le mani, invece, un album buttato in caciara (d’altra parte titoli come “Ludovica Govoja de Trombèr” dovevano pur mettermi in allarme), con pezzi che vanno dall’umoristico all’apertamente demenziale (genere di cui la pagina Wikipedia a loro dedicata afferma pomposamente che i Frizzi Comini Tonazzi, d’ora in poi per brevità FCT, siano stati i capostipiti. Addirittura). A confermare definitivamente i miei dubbi fu la delicatissima foto nella lista interna che mostra la parte più nascosta dei tre alle prese con una seduta di registrazione.


Certo è che i friulani Massimo Frizzi, Sandro Comini ed Enrico Tonazzi cominciano dalla metà degli anni ’70 a segnalarsi per il loro stile scanzonato e irriverente, sia in italiano sia nella lingua che fu del primo Pasolini, fino ad arrivare a incidere il primo disco (“Craccole”) nel 1975 e a sfornarne a ritmo più o meno costante, altri 13 fino al 2013. “Melodia *” (l’asterisco, che fa parte del titolo, nel retro è esplicato come “parola d’ordine da pronunciare all’atto dell’acquisto”) è il loro quarto LP ed è quello, forse, che tradisce più ambizioni, se è vero che uscì per la CGD sotto gli auspici di Alfredo Cerruti (devo forse scrivere la parola Squallor? Va bene, l’ho scritta).


Fatta la tara ad alcune cadute di gusto, con passi a volte un po’ scontati, c’è da dire che il disco, mai ristampato in CD e non reperibile in rete, si rivela all’ascolto ancora piacevole, sia per la sua veste acustica, debitrice di una matrice country-blues variamente declinata e imbastardita, sia per alcune soluzioni di arrangiamento interessanti, anche se alcuni pezzi sono in veste abbastanza scarna. D’altra parte alcuni dei nomi dei session men, come quelli di Hugo Heredia e di Flaviano Cuffari sono di tutto rispetto. 

Tra i brani di segnalare c’è sicuramente “Punk”, presa per il culo senza sconti (curioso notare che negli stessi anni esercitano il loro sarcasmo sul movimento punk sia Davide Riondino con “Re del punk”, 1979, che Andrea Mingardi con la sua imperdibile “Pus” 1978 che delle tre a mio parere è la migliore). Che poi molti altri abbiamo fatto in quegli anni delle parodie involontarie ancora più esilaranti, è un altro discorso.


Curiose anche la quasi barrettiana “Droga” e “Perché non mi fate arrestare?”, l’unico pezzo che, in qualche modo rinogaetanesco, possiamo definire “serio”, un brano che è baciato  da una coda strumentale con i fiati di Hugo Heredia che si rincorrono come capitava nei dischi del Finardi di epoca Cramps (per l’appunto).

 
I FCT hanno continuato a divertirsi in musica per quarant’anni, portando in giro per il Friuli e non solo la loro voglia di cazzoneggiare, scrivendo tra l’altro la colonna sonora di “Un ferragosto all’italiana” e sfornando piccoli cult come “Il Manìago di Maniàgo” e “Le bigate”. Fresca fresca è la notizia di una loro reunion dopo quattro anni di pausa, con un concerto fissato pare, per fine aprile.


Buon ascolto.

NB- i due lati dell’LP sono stati rippati su un file cadauno.


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Post by Andrea degli Sprassolati

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