Qualche riflessione sulle ultime novità prodotte dalla Setola di Maiale.

In Language secret l'intro combina due soffi sovrapposti, uno reale (quello ricavato attraverso l'indotto del sax) ed uno artificiale (quello dello strofinamento percussivo): sono messaggi in codice, sbuffi, lamenti misteriosi, scenari pragmatici, quelli si aprono all'udito.
Il riferimento in Litophages è quello di animali che riescono a scavare nella roccia e abitano nella pietra stessa; è possibile immaginare un suono per essi? Pellerin e Bec lo affrontano con sax armonico e profondo (un suono che buca) e un gioco percussivo di pietre che probabilmente scandisce il processo di erosione: una splendida rappresentazione che tiene conto dei momenti biologici temporalmente differenziati.
Una strana conturbazione apre Le tumul est magnifique , un pezzo che vive in sordina, come qualcosa che cova, con gli strumenti tappati, mentre un turbine di evoluzioni regge Les voix du dedans; Ascension celeste agisce su degli oggetti che risuonano come porcellana e il sax emette un filo d'aria che può aderire ad un vento di scarsa intensità, mentre in Un charme dans la gorge, Pellerin riesce a darci l'illusione di un sospiro umano, con i metalli che inducono ad un procedimento fisico.
Si arriva alla fine del cd molto soddisfatti, con un'esperienza esauriente, una delle migliori che io abbia mai provato sui cds di Setola e che mostra un sentimento molto contemporaneo nonché un'affinità molto forte tra i due musicisti. Il consiglio è di ascoltarlo a volume sostenuto ed occhi chiusi.

In Cahier de petits coquillages vol. IV/V, la sperimentazione consiste nel mettere di fronte le plurime evoluzioni della tromba di Arthurs con la materia analogica trattata da Novello; la performance si sviluppa in due lunghi pezzi che sondano una zona tecnicamente esplorabile, quella che corrisponde all'instabilità, all'errore e al fallimento distruttivo. In questo vespaio di suoni Novello si serve di una taratura del synth che lo indirizza verso sprazzi sonori impostati al glitch e agli scarti erratici, mentre Arthurs accende Davis e Dixon in equazioni differenziate.
Non c'è nessuna volontà di sviluppare mentalità subliminali nè tanto meno rifarsi alla natura lenta o all'immobilità suggerita dalla titolazione, questo è un vero e proprio esperimento da laboratorio, in cui c'è un deleterio reset mentale indotto dai suoni, qualcosa che non permette di estendere il pensiero, specie in Escargots. Ma questi musicisti fanno il mestiere più difficile e rischioso al mondo in questo momento, ossia andare ad estrapolare suoni ed idee da una ricerca di cui si percepisce la ricchezza ma che sviluppa l'antipatia uditiva dell'audiance, incapace di comprenderla (vedi qui un estratto di un'esibizione dei due assieme a Silvia Sauer).

In Wuck U! non c'è solo il furore di un duello ricavato dai cartoons giapponesi o dei supersuoni di una serie da videogiochi (una circostanza che potrebbe dare da pensare ma che potrebbe anche bastare per il risultato utile della musica), c'è anche espressione grezza non gratuita, con alcune soluzioni sperimentali singolari che impegnano i tre musicisti in proprie elucubrazioni, elaborate con l'ausilio di effetti deformanti di live electronics. Valutate ad esempio Profondodio, che va umoralmente contro qualsiasi tentativo destabilizzante del sentimento in questione.

Suoni lenitivi per adulti raccoglie altre registrazioni effettuate tra il 2016 e il 2017 con l'intervento di Dominik Gawara e Stefano Giust (sezione ritmica), oltre ovviamente ai due musicisti, ed è strettamente connesso alla aleatoric painting di Stefano Giorgi: a differenza di Noma (più rivolto al rock e con in serbo un più ampio contenuto della parte compositiva), Suoni lenitivi per adulti è incentrato su un flusso improvvisativo prolungato; il fondo della musica della Laganà è un dark suonato benissimo e rispetto agli inevitabili riporti mnemonici che suscitava Noma costituisce un passo avanti, perchè l'improvvisazione è anche aiutata da una eccellente produzione. Sentire Oltre la linea è come mandare in circolo All tomorrow parties dei Velvet impastata con The Beauty of Wyona di Lanois e Tomorrow never knows dei Beatles: sindromi scavate in qualche parte del cervello ed una lunga avanscoperta in territori ombra, guidati dalla vocalità volutamente fioca ed eterea della Laganà, capace di prendere le sembianze di quello che sembra un profilo di una donna nel dipinto The second life of the shell di Giorgi.