TRACKLIST:
01. Lato A
a. Le tue ali
b. Indocina
c. Un discorso
d. C'è chi si fida
e. Nirvana
02. Lato B
a. Iaia
b. Serenade
c. Nell'aria
d. Butta via
e. Eltarte
Bonus Tracks
03. Ieri (Yesterday) - I Trappers (45 giri, lato A, 1965)
04. Lui non ha (Louie, Louie) - I Trappers (45 giri, lato B, 1965)
MUSICISTI
Mario Lavezzi - voce, chitarra, tastiere, mandolino
Bob Callero - chitarra, basso
Gianni Dall'Aglio - batteria
Maurizio Preti - percussioni
Vince Tempera - tastiere, orchestrazione
"Iaia" è il primo disco solista di Mario Lavezzi, uomo e musicista con una storia lunga e invidiabile alle spalle. L'album venne pubblicato nel 1976 dalla CGD. In seguito verrà ristampato in CD per il mercato italiano nel 1989 sempre dalla CGD e per il mercato giapponese nel 2005 dall'etichetta Arcangelo.
Per ripercorrere la carriera artistica di Lavezzi occorrerebbero molte pagine, per cui mi limiterò a presentarvi un sunto. Nato a Milano nel 1948, fin da giovanissimo manifestò una intensa passione per la chitarra. Nel 1963, a soli 15 anni, creò con alcuni amici del quartiere un gruppo musicale chiamato "I Trappers" di cui facevano parte, oltre allo stesso Lavezzi (voce e chitarra), Tonino Cripezzi (pianoforte e voce) che nel 1965 entrò a far parte dei Camaleonti, Bruno Longhi (basso e voce, oggi noto cronista sportivo), Mimmo Seccia (chitarra e voce) che nel 1966 fece parte insieme a Gianfranco Longo (batteria) dei Ragazzi della via Gluck. Nella formazione dei Trappers, nel corso del 1965, per una breve parentesi arrivò anche Teo Teocoli in veste di cantante solista. Insomma, una fucina di artisti niente male. Il gruppo riuscì anche ad incidere un singolo dal titolo "Ieri", versione italiana di "Yesterday" dei Beatles. Il lato B conteneva invece "Lui non ha", altra versione in italiano di un successo di Richard Berry e dei Kingsmen, ovvero "Louie, Louie". I due brani sono presenti tra le bonus track.
Una rara foto dei Trappers |
Vince Tempera, Loredana Berté e Mario Lavezzi |
E qui ci fermiamo. Il seguito sarà all'insegna di grandi successi che esulano però dal nostro interesse. Mi sento di salvare ancora "Filobus", risalente al 1978. Magari lo possiamo programmare per il futuro. Per il momento vi auguro buon ascolto.