TRACKLIST
01 Ma provateci voi
02 Noi piedi
03 Re dei Punk
04 Lo Gnegno
05 Ci ho un rapporto
06 Samba 78
07 Diabolico rock
08 Perplessità
FORMAZIONE
Franz Di Cioccio- Batteria
Mario Lamberti- percussioni, aggeggi, rumori
Patrick Djivas- basso elettrico, flauto dolce
Renato Gasperini- chitarra, synt
Claudio Bazzari- chitarra
Claudio Fabi- piano, tastiere, arrangiamenti e direzione artistica
Eccoci arrivati alla terza tappa della carriera musicale di quel poliedrico, e sovente geniale, artista che è David Riondino. Nei precedenti post pubblicati qualche tempo fa sulla Stratosfera, abbiamo presentato i due album che incise con il Collettivo Victor Jara, che terminò la sua vita artistica nel '79. Ma già l'anno prima David Riondino si era lanciato verso la carriera solista seguendo gli arditi progetti musicali di quel vulcanico pioniere della canzone d'autore che fu Nanni Ricordi, il quale assieme a Ricky Gianco aveva fondato nel '74 un'etichetta indipendente, l'Ultima Spiaggia che, se è vero che dette alla musica italiana tanti bei dischi (Jannacci, Manfredi, Lolli, Gianco, Cattaneo...), altrettanti debiti lasciò ai suoi soci quando, proprio nello stesso '79, chiuse per fallimento.
Sta di fatto che Nanni Ricordi aveva convinto Riondino a passare alla sua etichetta e a pubblicare qui il primo lavoro a suo nome. Si tratta in realtà di un LP chiuso in pochi giorni, poco più che provini diventati in fretta e furia, per cause di forza maggiore, disco. Tutto ciò ha comportato un missaggio un po' approssimativo e suoni non sempre fulgidi, nonostante l'aiuto di un parterre di musicisti di tutto rispetto, a cominciare dai due PFM Di Cioccio e Djivas, probabilmente cooptati grazie a Claudio Fabi, che dirige il tutto, che della PFM è stato per anni il produttore.
Il disco è espressione della vena sarcastica e irriverente di David Riondino che pasticcia allegramente con parecchi generi musicali, rileggendo in chiave parodica rock, funk, punk, swing, musica latina e chissà che altro con canzoni beffarde e a volte surreali, come l'iniziale "Ma provateci voi", in cui un disco si lamenta della sua straziante vita. Il pezzo più famoso è probabilmente "Ci ho un rapporto" (non a caso la riprenderà nel disco seguente) satira impietosa del mito della coppia aperta di cui all'epoca venne girato anche una sorta di videoclip (ma forse sarebbe meglio dire un cortometraggio musicale) per una trasmissione del giornalista Orio Vergani. Lo stesso pezzo verrà cantato da David Riondino in suo cameo nel film "Maledetti vi amerò" di Marco Tullio Giordana (1980)
Anche "Noi piedi", inno di rivolta delle nostre appendici inferiori, verrà molti anni dopo ripreso dal suo autore, sia in programmi televisivi (a partire dagli anni '80 il nostro sarà molto presente in certe trasmissioni cult del tubo catodico) sia su disco. "Re dei Punk" mette alla berlina la moda giovanile del momento (in Italia il punk arrivò con un certo ritardo, quando in Inghilterra era già morto e sepolto): "Strizzami le palle/ vomitami addosso/ vedrai sarò contento./ Staccami due denti e ti regalerò/ il mio sorriso sanguinolento".
Lo stesso atteggiamento perculante (consentiteci il termine) verso gli aspetti più estremi dello stile di vita punk, lo avranno in quegli stessi anni Andrea Mingardi con "Pus", Tony Santagata con "I love the punk (Ai lavate pank)" e Frizzi-Comini-Tonazzi con "Punk" (di cui parlammo QUI).
"Lo Gnegno" è un esercizio di stile che mette perfidamente in scena un Angelo Branduardi (il riferimento è palese) alle prese con il suo consueto mondo fatto di piccole cose. Da questo pezzo prenderà l'avvio un felice filone in cui Riondino di volta in volta negli anni a venire plagerà
lo stile, il canto e la poetica di diversi cantautori, da Battiato ("Franco a Catania") a De Gregori ("Giuseppina che cammini sul filo"), da Conte ("Divano Caimano") a Murolo (''Lo Sguargariello").
"Samba 78" è un ritratto impietoso di una generazione che si sta (dis)perdendo nel conformismo dell'anticonformismo (notiamo una certa vicinanza a Giorgio Gaber), o sta mettendo astutamente le pezze al mollo per occupare a breve i posti che contano. Sulle stesso tema Riondino tornerà, forse ancora più efficacemente, nel disco successivo (di cui parleremo a tempo debito).
Sorvolando sul demenziale "Diabolico rock", l'episodio più debole dell'album, il disco si chiude con "Perplessità" che si muove sardonica su una base swing passando in rassegna, con la solita amara satira, tutte le mode alternative di quegli anni.
All'epoca uscì anche un 45 giri (l'unico della discografia di Riondino) con "Lo Gnegno" e "Ci ho un rapporto", anche se probabilmente solo a scopo promozionale.
David Riondino al Tenco '79 |
dovette attraversare. Nell'autunno è invitato (la prima di innumerevoli volte) al Premio Tenco dove si fa apprezzare per la sua tenuta del palco e il rapporto che istaura con il pubblico, lascito evidente della sua esperienza con il Collettivo Victor Jara. Ciò nonostante, il fallimento dell'Ultima Spiaggia complica il lancio dell'LP che avrà diffusione limitata.
Il disco, che curiosamente sul retro di copertina riporta i testi di sole cinque canzoni sulle otto totali, non è stato mai riedito in CD: solamente un pezzo era finora reperibile sul Tubo.
Come sempre, buon ascolto!
post by Andrea "Arrivano gli Sprassolati!"