USCITA Di EMERGENZA – Uscita di Emergenza – 2015
01 – Partenza (2’ 24”) (Gissi)
02 – Via (4’ 04”) (Gissi)
03 – Buona Fortuna (4’ 57”) (Gissi)
04 – Bobby (3’ 54”) (Gissi)
05 – Hans (3’ 47”) (Terlizzi - Gissi)
06 – To Steven (2’ 36”) (Terlizzi)
07 – Dal Mare (4’ 24”) (Terlizzi - Gissi)
08 – Ruderi di un’amicizia (6’ 03”) (Terlizzi)
09 – Carestia (3’ 25”) (Gissi)
10 – Piazza della Loggia (3’ 57”) (Gissi)
11 – Lacca (4’ 52”) (Terlizzi - Gissi)
12 – Uscita d’Emergenza (5’ 02”) (Terlizzi - Gissi)
13 – Immagina (3’ 33”) (Terlizzi - Gissi)
01 – Partenza (2’ 24”) (Gissi)
02 – Via (4’ 04”) (Gissi)
03 – Buona Fortuna (4’ 57”) (Gissi)
04 – Bobby (3’ 54”) (Gissi)
05 – Hans (3’ 47”) (Terlizzi - Gissi)
06 – To Steven (2’ 36”) (Terlizzi)
07 – Dal Mare (4’ 24”) (Terlizzi - Gissi)
08 – Ruderi di un’amicizia (6’ 03”) (Terlizzi)
09 – Carestia (3’ 25”) (Gissi)
10 – Piazza della Loggia (3’ 57”) (Gissi)
11 – Lacca (4’ 52”) (Terlizzi - Gissi)
12 – Uscita d’Emergenza (5’ 02”) (Terlizzi - Gissi)
13 – Immagina (3’ 33”) (Terlizzi - Gissi)
Intro by Captain - E' doverosa questa mia introduzione all'ottimo nuovo lavoro dello scopritore di talenti ufficiale della stratosfera, il nostro amico Giudas. E altrettanto doverose sono le scuse ufficiali che a lui rivolgo, per aver ricevuto e scaricato il file per questo post già a fine luglio ed essermene poi dimenticato (complici le ferie estive ed il periodo difficle che sto affrontando). Prima di lasciare al caro Giudas la gestione del post, due parole sulla proposta odierna: ci troviamo agli antipodi rispetto all'ultima scoperta del nostro amico, che erano gli ostici e durissimi Cancrena e, nonostante le ingenuità, siamo di fronte ad un lavoro interessante e godibile. Ottimo poi il lavoro grafico sulle covers, migliore di molti albums più famosi. Bando alle ciance, la parola a Giudas...
"Dopo avervi proposto, l’ultima volta, i Cancrena – incredibile thrash metal al peperoncino gasato – ritorniamo ad occuparci di qualcosa di più confacente al sottoscritto (a proposito, pensavo che dopo aver proposto i Cancrena i seguaci della Stratosfera mi linciassero sul posto – invece siete stati fin troppo comprensivi e gentili – e vi ringrazio per questo)
Anche questa volta propongo ai miei Stratosferici amici un prodotto di nicchia, inedito e, nel suo genere, gradevole. Ho da diversi anni, tra i tanti album in mio possesso, un lavoro di due amici che avevo completamente dimenticato di avere (il cd, non gli amici). In sostanza il cd me lo aveva dato alcuni anni fa Stefano Gissi, che non solo ho il piacere di conoscere personalmente, ma che posso dire di aver visto nascere, essendo il figlio del mio collaboratore di studio, purtroppo deceduto prematuramente da diversi anni. Solo che dopo averlo sentito a suo tempo lo avevo completamente dimenticato, sino a quando non mi è capitato sotto il naso durante una risistemazione dello studio (nel quale in genere il casino regna sovrano). Ed era assolutamente adatto perché fosse postato sulla Stratosfera.
Anche questa volta propongo ai miei Stratosferici amici un prodotto di nicchia, inedito e, nel suo genere, gradevole. Ho da diversi anni, tra i tanti album in mio possesso, un lavoro di due amici che avevo completamente dimenticato di avere (il cd, non gli amici). In sostanza il cd me lo aveva dato alcuni anni fa Stefano Gissi, che non solo ho il piacere di conoscere personalmente, ma che posso dire di aver visto nascere, essendo il figlio del mio collaboratore di studio, purtroppo deceduto prematuramente da diversi anni. Solo che dopo averlo sentito a suo tempo lo avevo completamente dimenticato, sino a quando non mi è capitato sotto il naso durante una risistemazione dello studio (nel quale in genere il casino regna sovrano). Ed era assolutamente adatto perché fosse postato sulla Stratosfera.
Gli Uscita d’Emergenza sono un duo creatosi a Barletta per un breve periodo dal 2014 al 2016 e che vedeva due venticinquenni, Stefano Gissi alla chitarra e voce e Gaetano Terlizzi alle tastiere, chitarra e voce.
Ci sono solo le loro voci ed i loro strumenti in questo disco del 2015 uscito in una cinquantina di copie (attenzione il cd NON E’ stampato ma semplicemente masterizzato da loro tante volte quante le copie richieste). Le copie realizzate, di fatto, sono state distribuite ad alcuni locali e ad alcuni amici (tra cui - appunto – il sottoscritto). Tutto il lavoro sa di autoproduzione: dalla masterizzazione in proprio, alle registrazioni sommarie, alla grafica del libretto allegato in bianco/nero (costa molto meno della quadricromia). Tredici composizioni per circa un’ora di ascolto.
Ci sono solo le loro voci ed i loro strumenti in questo disco del 2015 uscito in una cinquantina di copie (attenzione il cd NON E’ stampato ma semplicemente masterizzato da loro tante volte quante le copie richieste). Le copie realizzate, di fatto, sono state distribuite ad alcuni locali e ad alcuni amici (tra cui - appunto – il sottoscritto). Tutto il lavoro sa di autoproduzione: dalla masterizzazione in proprio, alle registrazioni sommarie, alla grafica del libretto allegato in bianco/nero (costa molto meno della quadricromia). Tredici composizioni per circa un’ora di ascolto.
Eppure la stoffa c’e, anche se non si è mai trasformata in abito.
La prima impressione che si ha, ascoltandolo, è quello di essere proiettati in una specie di macchina del tempo che riporta ai tempi in cui gente come Fabrizio De Andrè ed i suoi epigoni incidevano dischi con sola voce e chitarra, spogli di altro. Niente basso, niente batteria, tanto meno tappeti di tastiere e sezioni di fiati. Immaginate questi stessi brani, che sentite in questo cd, completamente riarrangiati con una intera band a disposizione (come fece la PFM con De Andrè) e si potrà avere una idea di come si sarebbero potuti sviluppare se solo le situazioni fossero state diverse. Per puro diletto intellettuale ho provato ad immaginare qualcuno di questi brani riarrangiati in chiave prog, rock, blues, easy-listening, metal, funky, con aggiunte di cori e doppie voci – in tutti i casi potrebbero ben funzionare. Se qualcuno degli amici che legge fa del piano-bar, potrebbe tranquillamente adattarli al proprio stile ed eseguirli – penso che figurerebbero bene.
I pezzi qui presenti uniscono ad una serie di spunti, molto belli, delle ingenuità evidenti. Anche le registrazioni, effettuate quasi sempre in presa diretta, presentano una serie di slabbrature, che comunque non danneggiano l’economia generale del disco, considerato che si tratta di poco più di una demo. Le atmosfere che riescono a creare sono spesso coinvolgenti, così come allo stesso tempo si notano sezioni ridondanti che avrebbero potuto essere meglio sintetizzate. Tutte le composizioni sono realizzate da loro, sia singolarmente che in coppia. Il lavoro è stato registrato artigianalmente in un locale/garage del Terlizzi con strumentazioni molto ma molto amatoriali. Girando per la rete scopro che lo stesso identico nome è di una ben rodata band musicale rock/blues del vicentino, oltre che di una rivista musicale web. Evidentemente il nome ha un che di attrattivo.
Le loro esibizioni si sono limitate ad alcuni eventi in pub e locali simili per alcuni mesi a cavallo del 2015 – 2016, e soltanto in Barletta. Quando ho chiesto a Stefano Gissi perché avessero realizzato questo cd mi ha detto che era semplicemente perché volevano vedere sino a che punto potessero essere approvati per il loro lavoro musicale. Stefano Gissi oggi lavora stabilmente presso l’Ospedale di Barletta,. Gaetano Terlizzi nella locale industria calzaturiera. Gissi ha appeso al chiodo la chitarra, non potendo fare lo stesso con i pazienti ospedalieri che lo fanno quotidianamente impazzire. Anche Terlizzi ha temporaneamente appeso il pianoforte al chiodo, dovendo quotidianamente “fare le scarpe” a tanti altri.
Un’ultima menzione, atto dovuto, alle illustrazioni in tratto bianco/nero che meritano attenzione per la loro semplicità e bellezza. Sono il frutto della bravura artistica del Terlizzi specialista della tecnica del tratto a penna – ritengo particolarmente bella quella usata per il label del cd, che richiama un particolare della copertina. Per non parlare di quello centrale del libretto, che mi ha causato una botta di nostalgia, facendomi andare con la mente ai coloratissimi ed onirici inserti interni degli album degli Yes.
Le loro esibizioni si sono limitate ad alcuni eventi in pub e locali simili per alcuni mesi a cavallo del 2015 – 2016, e soltanto in Barletta. Quando ho chiesto a Stefano Gissi perché avessero realizzato questo cd mi ha detto che era semplicemente perché volevano vedere sino a che punto potessero essere approvati per il loro lavoro musicale. Stefano Gissi oggi lavora stabilmente presso l’Ospedale di Barletta,. Gaetano Terlizzi nella locale industria calzaturiera. Gissi ha appeso al chiodo la chitarra, non potendo fare lo stesso con i pazienti ospedalieri che lo fanno quotidianamente impazzire. Anche Terlizzi ha temporaneamente appeso il pianoforte al chiodo, dovendo quotidianamente “fare le scarpe” a tanti altri.
Un’ultima menzione, atto dovuto, alle illustrazioni in tratto bianco/nero che meritano attenzione per la loro semplicità e bellezza. Sono il frutto della bravura artistica del Terlizzi specialista della tecnica del tratto a penna – ritengo particolarmente bella quella usata per il label del cd, che richiama un particolare della copertina. Per non parlare di quello centrale del libretto, che mi ha causato una botta di nostalgia, facendomi andare con la mente ai coloratissimi ed onirici inserti interni degli album degli Yes.
Come sempre un abbraccio musicale. Giudas
Post by Giudas, little help from Captain