Atlas Palace - L'album che non c'è (compilation by Giudas)

 

TRACKLIST:

01. Every) Today - 3:33 (Cirillo)
02. Out of Time - 4:13 (Cirillo)
03. Injuries - (Sotano x Atlas Palace) - 3:54 (Cirillo-Sotano)
04. Terraforming - 4:55 (Cirillo)
05. 21 12 - 5:00 (Cirillo)
06. Voodoo - 4:26 (Cirillo


Breve premessa by George
Questa volta il nostro amico e collaboratore Giudas ci ha voluto stupire con effetti speciali. Ha assemblato una straordinaria compilation di brani attribuiti ad un gruppo che ufficialmente non esiste (stiamo parlando degli Atlas Palace) così come non esiste nessun CD o album a loro attribuito. Gli Atlas Palace, ma ce lo spiegherà Giudas nella recensione, altri non sono che Cosimo Cirillo. Qualcuno di voi lo ricorderà essendo già transitato nella Stratosfera. Ringrazio ovviamente Giudas per averci regalato una autentica primizia introvabile sul mercato, che ho semplicemente intitolato "L'album che non c'è".
E ora spazio alla recensione, lunga, articolata, scritta con dovizia di particolari.


Recensione by Giudas
Cosimo Cirillo è, oggi, il fonico e l’anima arrangiatrice di una sala di registrazione a Barletta che condivide con altri. Ma la Stratosfera lo conosce in quanto già anima musicale dei NYE (altro post  curato da Giudas, che troverete qui - ndr), il cui post è uscito nel maggio del 2020, puro prog di alto livello e che in quella occasione ha incontrato i favori dei frequentatori del blog. Chiusa quella esperienza, Cosimo Cirillo ha preso il nome d’arte di Atlas Palace e continua una sua personale ricerca musicale che lo ha traghettato nei territori ancora inesplorati di commistioni musicali una volta ritenute “impossibili”. I suoi lavori odierni mescolano tappeti di tastiere, sonorità elettroniche, effetti, e ritmi disco. Per realizzare questa recensione mi è bastato farlo “salire” dalla sua sala di registrazione al mio studio e convincerlo a darmi i suoi brani per poter approntare il post che state leggendo. Ho ritenuto utile e doveroso proporlo alla Stratosfera, anche in virtù di alcune considerazioni che vado ad esporre.
 

La prendo da lontano. In una famosa intervista di diversi anni fa David Gilmour, anima e chitarra dei Pink Floyd, dichiarava che quando loro suonavano tentavano di guardare sempre in avanti, mentre constatava che da un po’ di anni a questa parte quello che vedeva erano artisti che sistematicamente si guardavano indietro, pur di tentare di ripetere, tristemente, cliché di successo. Se aggiungiamo il fatto che mia figlia diciottenne è stata capace di immaginare prima, e mangiare poi, un panino con (udite! udite!) nutella e prosciutto crudo insieme (e ha detto che era molto buono) – e stiamo parlando della generazione del futuro – non si vede perché un artista non possa mettere insieme disco music, effetti elettronici, e tastiere.


Intendo dire con ciò che Cosimo Cirillo non si guarda indietro ma si proietta nel futuro – poi i risultati possono essere gradevoli nella loro novità ovvero suscitare perplessità in quanto si allontanano da schemi ben rodati – ma comunque dimostra fegato e guarda lontano. Per quello che può valere ho trovato strepitose le parti più “allucinate” e meno quelle più “disco”, ma sono appunto gusti personali – certo è che una simile sintesi musicale non la si incontra facilmente oggigiorno, ed ho deciso che merita tutto il mio rispetto. Per esempio, noto che in alcuni pezzi queste tre tematiche siano ancora un po’ “scollate” tra loro - meriterebbero una maggiore e migliore integrazione – staremo a vedere in futuro.
Suo “compagno d’armi” è stato in alcuni brani Antonio Saponaro, già sodale del progetto NYE, di cui Saponaro era il cantante. 


I 6 brani che vi propongo sono elencati nella tracklist. Ho voluto raccogliere la produzione di Atlas Palace come se si trattasse di un cd. Ma non esiste niente di tutto questo. Non è mai uscito sul mercato un cd di Atlas Palace! Tutti i brani sono in “musica liquida” come si usa dire oggi – ossia semplicemente posti in rete - in genere su Youtube. Eppure per ogni brano esiste una “copertina” che accompagna la riproduzione dello stesso e che è stata creata appositamente per l’occasione. E mi tornano in mente le parole di George, in un suo recente post su Battiato, sulla necessità di avere delle copertine e sulla loro bellezza. Vi allego dunque  i progetti grafici (leggi copertine) che ho trovato in rete associati ai vari pezzi musicali. Sono francamente molto belli – ricercati eppure semplici.


I brani abbracciano un periodo che va dal 2015 al 2020 e sono tutti composti ed arrangiati interamente da Cirillo. Unica eccezione “Injuries” composta insieme all’inglese Christopher Rea – in arte Sotano – artista musicale incontrato per caso in Italia e solo perché amico di amici comuni (i casi della vita …). E’ Sotano a cantare lo stesso pezzo. Tutti gli altri brani sono cantati da Cosimo Cirillo (cioè Atlas Palace) ad eccezione di “Out of Time”, “21 12” e “Voodoo” cantati dal vecchio complice Antonio Saponaro. Va precisato (lo stavo dando per scontato) che tutti gli strumenti usati derivano da un sapiente uso dei suoni campionati, coi quali si costruisce il pezzo musicale al computer – e infatti solo le chitarre (vere) degli ultimi due brani  - “21 12” e “Voodoo” - sono suonate da Mariano Doronzo.


Un discorso a parte merita “Terraforming” nel quale, in diversi punti, sono stati volutamente inseriti dei fruscii, come quelli tipici di quando una traccia di un cd risulta danneggiata. Quando li ho ascoltati, ho avuto un violento flash-back, ricordando quando ho messo sul piatto dello stereo “Wish You Were Here” dei Pink Floyd (tornano sempre …), appena acquistato il primo giorno di vendita, e ho pensato che si fosse rotto l’impianto quando ho ascoltato il tremendo passaggio che porta dal finale di “Have a Cigar” alla introduzione del brano omonimo dell’album – oggi lo conoscono tutti, ma allora fu un trauma.
(piccolo corollario – un mio coetaneo, all’epoca, avendo tra le mani un disco dei Pink Floyd completamente graffiato e rovinato, riuscì a venderlo ad un amico ingenuo spacciando il tutto per effetti sonori introdotti appositamente dai Pink Floyd, ben noti per queste raffinate invenzioni …!!!).


Ho chiesto a Cosimo Cirillo il perché del nome d’arte che si è scelto per questo progetto – e mi ha candidamente risposto che gli piacevano i suoni delle due parole – non esiste un altro motivo. Quindi, il nome Atlas Palace è semplicemente un suono eufonico, che nelle intenzioni dell’autore vuole essere solo evocativo. Su Youtube, se ricercate i brani di questo post, potrete vedere dei video che Cirillo ha realizzato, insieme ad una banda di matti come lui, e di cui ho trovato una foto di gruppo – vi consiglio di andarveli a gustare.


Riassumendo, l’impressione emozionale che ho avuto, sentendo Atlas Palace, è stata la stessa che ebbi quando, quattordicenne, sentii per la prima volta in vita mia della musica strana (erano proprio i Pink Floyd), così diversa da Albano, Massimo Ranieri, Rita Pavone, Mina e Gianni Morandi che si ascoltavano in casa mia. In sintesi i brani che vi apprestate ad ascoltare possono essere uno sguardo anticipatore su un possibile futuro di musica, oppure essere l’ennesimo vicolo cieco della ricerca musicale di un artista – vedremo. Al momento questa è una finestra – seppure molto originale - sulla musica del 21° secolo – creata al computer e riversata nel cyber-spazio. Confesso che mi interessano, e molto, le vostre reazioni ed i vostri commenti. 
Da parte mia, come sempre, un abbraccio musicale.



Post by George - Words & music by Giudas

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